Il valore sociale della sanità privata

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Convegno nazionale 13 maggio 2016 Venezia

Dr. Francesco Lunghi

Il punto di partenza che deve essere preso come la chiave di volta di qualsiasi discussione in materia di sanità pubblica è che il sistema debba garantire un diritto fondamentale per tutti i cittadini ed è quello di offrire la garanzia che non si riproducano sul terreno della salute le diseguaglianze sociali dei cittadini.

Il principio dell’eguaglianza e delle pari condizioni deve essere un cardine della nostra società in tutti i settori, compreso quindi l’accesso alle cure.

In Italia la sanità pubblica si poggia sull’assunto che è affidata ai soggetti istituzionali (Stato e Regioni) la responsabilità della funzione di dover assicurare ai cittadini accessibilità, appropriatezza e qualità delle prestazioni. Pertanto il primo punto che si evince è che la questione non risiede su chi gestisce i servizi (pubblico o privato), ma sulla constatazione che solo un sistema di garanzia pubblica può garantire ad ogni cittadino equità di accesso, senza discriminazione alcuna ed utilizzando la fiscalità generale.

Ora mentre è ben chiaro a tutti che la sanità privata accreditata stia svolgendo un ruolo fondamentale nella risposta globale sanitaria, integrandosi sempre più in chiave sussidiaria agli enti pubblici eroganti in ambito sanitario, creando una rete di strutture con alta tecnologia, al passo con le acquisizioni scientifiche, non altrettanto chiaro è l’importanza che essa svolge dal punto di vista sociale, contribuendo a dare una risposta adeguata ai bisogni sanitari della popolazione.

Oggi il sistema sanitario è costretto ad affrontare nuove sfide, sfide determinate dalle innovazioni tecnologiche, dalla introduzione di nuovi farmaci, da una maggiore richiesta di prestazioni sanitarie da parte dei cittadini, cose che si scontrano pesantemente con la disponibilità di risorse economiche. Diventa indispensabile per il politico la scelta di prestazioni appropriate garantite e della modalità di erogazione delle prestazioni, e ne consegue la necessità di una seria programmazione, che garantisca alto livello di prestazioni e compatibilità economica .

È su questo terreno che ci si dovrà affrontare nel prossimo futuro, con la scelta di destinazione di risorse in aumento in alcuni settori e di ridimensionamento in altri.

La programmazione sanitaria dovrà tener conto di questo e si dovrà creare un modello premiante delle “eccellenze”. Può allora svilupparsi una “competizione“ tra i vari soggetti erogatori, pubblici e privati, ambedue remunerati sulla base dei valori economici della produzione e dei valori sociali aggiunti definiti in sede politico-amministrativa.

A questo punto il sistema privato non è solo complementare a quello pubblico, ma è di vero stimolo pluralistico e genera contributo concreto e qualificato all’offerta complessiva di garanzia della salute alla nostra popolazione.

Si tratta di una competizione vera e propria poiché il sistema sanitario, così come altri settori (ad esempio la scuola) implica ricavi, posti di lavoro, salari. La legittimità sociale di questa competizione sta nell'offerta di servizi efficaci ed utili.

È importante ribadire il concetto che i cittadini non sono generalmente in grado di valutare direttamente l’utilità e la modalità di erogazione di una prestazione. È il Sistema Sanitario stesso che sceglie per conto del cittadino la prestazione da erogare, garantendone l’efficacia e l’appropriatezza rispetto al problema di salute esistente.

Non può quindi esistere la possibilità di un mercato che, per aumentare i ricavi degli erogatori, possa puntare su una espansione della domanda, pena la sopravvivenza del servizio sanitario stesso.

Occorre allora promuovere e governare una sorte di competizione “etica”, regolata in ragione della qualità e della efficacia, nella quale il “successo”dei soggetti erogatori sia misurato intermini di salute prodotta negli individui e nella popolazione, con il livello minore di costo possibile.

L’Italia è uno dei paesi europei che meno spende in sanità, ma resta uno dei paesi con una ottima sanità. E questo anche se un segnale da non sottovalutare è che, per la prima volta dal dopoguerra, l'ISTAT ci dice che la nostra aspettativa di vita nel 2015 è leggermente diminuita .

In conclusione penso che bisognerà puntare su un modello che parta dal tema dell’ appropriatezza delle prestazioni e la programmazione sanitaria debba definire prestazioni e modalità di erogazione in ragione dei bisogni sanitari, tenendo conto anche della compatibilità con le risorse economiche.

L’integrazione tra strutture pubbliche e strutture private dovrà essere sempre più stretto, e si dovrà arrivare con chiarezza alla parità tra i soggetti erogatori pubblici e privati .

È mia intenzione proporre nella prossima assemblea nazionale della federsanità a Roma (il 24 maggio) una modifica allo statuto che preveda il coinvolgimento e la possibilità di far entrare, quali soci, all’interna della federsanità anche le strutture sanitarie private accreditate e le ipab, al fine di poterci confrontare tra erogatori pubblici, erogatori privati e forze politiche.