Newsletter Salutaria

Newsletter N 40

Numero 40
 

Salutaria è la newsletter mensile di Federsanità ANCI Veneto, si occupa di programmazione socio-sanitaria, sviluppo e integrazione dei servizi per la salute, innovazione in sanità. Ci trovate dentro il meglio delle notizie di sanità regionale (e non solo) dell'ultimo mese.

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SPECIALE


20 ANNI DI IOV: IL FUTURO

"LO IOV È ACCOGLIENZA,
RESILIENZA E UMANIZZAZIONE. 

È COSÌ CHE LA RICERCA DIVENTA CURA"
 





Intervista a
MARIA GIUSEPPINA BONAVINA
Direttore Generale dello IOV


A Padova è nata la Scienza Moderna grazie a Galileo. Ma sempre all’ombra del Santo è nata anche la Medicina moderna legata all’osservazione del malato e all’applicazione della ricerca. Ed è in questo contesto innovativo e prestigioso che affonda le radici un’altra nascita, cioè quella dell’Istituto Oncologico Veneto IRCSS, con il riconoscimento il 18 marzo 2005 del Ministero della Salute, e nel dicembre successivo la legiferazione da parte della Regione. E se le porte del Busonera ufficialmente sono state aperte ai malati di tumore il primo marzo del 2006, l’attività era iniziata nei mesi precedenti, esattamente 20 anni fa. Giusi Bonavina, attuale Direttore Generale dello IOV, ricorda perfettamente quei momenti e i professionisti che si sono adoperati per raggiungere questo straordinario risultato, con la struttura, unica del Veneto, cresciuta poi in modo esponenziale sia per numero di pazienti che per qualità delle cure, tanto da essere oggi un riferimento mondiale.

Dottoressa Bonavina, lo IOV festeggia i primi due decenni: che significato racchiude tale ricorrenza?

Nella nostra città la cultura oncologica è datata, tanto è vero che alla fine degli anni '90 era stato avviato un consorzio oncologico nei laboratori dell'Immunologia gestiti dal professor Luigi Chieco Bianchi. E questa è una delle motivazioni per cui lo IOV si insedia a Padova.

Che cos’è l’Istituto Oncologico Veneto?

È un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, oltre che assistenziale, monospecialistico perché tratta esclusivamente, dalla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione, i pazienti oncologici che nel corso degli anni sono cambiati, così come il modo di affrontare tale patologia e anche i risultati ottenuti grazie alle nuove terapie.

Come è mutato l’approccio?

La prevenzione diventa dominante e questo significa che con gli screening, inizialmente sperimentati e poi messi in atto tanto da diventare LEA (Livelli essenziali di assistenza) per tutte le Aziende sanitarie, c’è la possibilità di individuare alcune neoplasie, come per esempio quella mammaria praticamente centralizzata allo IOV fin dai primi momenti, nella fase iniziale, con una prognosi che è diventata molto favorevole. Lo stesso vale per le patologie del colon e urologica, con lo IOV che, pur governando anche tutte le altre forme di tumore, si specializza e diventa centro hub di riferimento regionale, nazionale e internazionale con la partecipazione a tanti network.

Dopo 20 anni, dunque, il tumore grazie allo IOV fa meno paura.

Sicuramente rispetto al 2005 oggi a una diagnosi di neoplasia si risponde con una possibilità di gestione sia medica, cioè con farmaci e terapie innovative, sia chirurgica, superiore rispetto ad allora. Riuscire a individuare la malattia al suo esordio sicuramente porta beneficio alla prognosi. E poi lo IOV non è solo questo.

E che altro è?

È accoglienza, resilienza e umanizzazione, che sono i tre termini appropriati per descriverlo. La ricerca potrebbe sembrare una situazione “fredda” nel rapporto con il paziente, ma sommata all’empatia
diventa una compliance indispensabile. Il personale ha capito che questo è fondamentale.

Allora, che cosa differenzia il passato dal presente?

Lo IOV nasce ed evolve all’insegna del lavoro di gruppo, all’interno del quale ognuno ha un compito, ma tutti procedono insieme. Perché, al di là di quello che esce dai laboratori di ricerca, questo è l’unico metodo che possiamo avere per fare la differenza nell’approccio alla patologia oncologica, assieme all’accudimento e all’accoglienza del paziente. La gente l’ha percepito tanto è vero che non manca la generosità nei confronti dell’Istituto. Sicuramente, un altro valore aggiunto è stato non averlo chiuso all’interno di una struttura, ma abbiamo cercato di diffondere sul territorio i benefici che le terapie apportano, parlando alla gente e facendo capire i vantaggi della ricerca applicata all’assistenza. E questo si traduce nel trend continuamente in crescita che ha avuto il 5X1000 dal 2006 a oggi. Una scelta vincente è stata poi quella di avere aperto altre sedi come quelle negli ospedali di Castelfranco e Schiavonia, in aggiunta ai reparti del Busonera, in un’ottica di prossimità al malato, essendo il nostro Istituto un centro regionale. In pratica è stato deliberatamente deciso di avere delle “braccia operative” nel Veneto.

In aumento è pure il numero dei pazienti che provengono da tutta Italia.

L’indice di attrattività dell’Istituto è cresciuto nel corso degli anni e il fatto che utilizziamo, oltre a tutti i farmaci innovativi, anche terapie sperimentali e che abbiamo progetti di ricerca noti ai colleghi che operano in altre sedi, ha fatto sì che l’appeal sia salito a dismisura. Questo, però, non deve far dimenticare quanto l’integrazione con il territorio sia rilevante, anche perché lo IOV diversamente arriverebbe alla saturazione: tutto questo è possibile con la costituzione di una rete oncologica che, oltre a garantire l’applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici comuni, vede l’apporto fattivo di tutti gli oncologi presenti nel Veneto.

L'intervista al Direttore Generale dello IOV Giuseppina Bonavina è tratta dal volume redatto in occasione del ventennale e accessibile nel sito internet dell'Istituto.


20 ANNI DI IOV: LA STORIA
 

L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) è il primo e unico Istituto del Veneto destinato in maniera specifica alla ricerca sul cancro e alla prevenzione, diagnosi e cura dei tumori.

L’esigenza di costituire un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) dedicato all’assistenza oncologica nella regione del Veneto, prende il via nei primi anni 2000 coerentemente con gli obiettivi del Piano Oncologico Nazionale. Da una parte gli ampi progressi della ricerca preclinica in ambito oncologico rendevano necessario lo sviluppo della ricerca traslazionale e dell’applicazione clinica di tali evidenze. D’altro canto si rendeva sempre più necessario, all’interno di una Regione che aveva puntato su modelli assistenziali di rete, la necessità di ottimizzare gli standard terapeutico-assistenziali in un’epoca in cui il cancro risultava una delle problematiche emergenti in sanità.

Lo IOV nasce, nel luglio del 2004, come “Consorzio” delle Aziende Sanitarie del Veneto. Nel 2004- 2005 il “Consorzio IOV” ha gradualmente posto le basi dell’Istituto, così come oggi lo conosciamo, avviando, ad esempio, la certificazione ISO ed ottenendo il riconoscimento ministeriale di “IRCCS” (18 Marzo 2005).

Con la Legge Regionale 22 Dicembre 2005, viene istituito l’Istituto Oncologico Veneto, con le seguenti finalità: 

  • Lo svolgimento, nella disciplina di oncologia, di attività di prevalente ricerca biomedica e sanitaria e di assistenza sanitaria, di tipo clinico e traslazionale;
     
  • Il trasferimento dei risultati validati della ricerca nei processi assistenziali del sistema sanitario regionale;
     
  • Elaborazione ed attuazione, direttamente o in rapporto con altri enti, di programmi di formazione professionale e di educazione sanitaria con riferimento agli ambiti istituzionali di attività e per il miglioramento e lo sviluppo delle stesse;
     
  • La sperimentazione e verifica di forme innovative di gestione e di organizzazione in campo sanitario, nei rispettivi ambiti disciplinari;
     
  • Il supporto, tramite idonee modalità, alle istituzioni di istruzione e formazione pre e post;
     
  • Lo svolgimento di attività di studio e ricerca con attivazione di misure preventive, nelle aree con alta incidenza di tumori.

L’avvio delle attività presso l’Ospedale Busonera (Padova) e la palazzina Radioterapia avviene il 1 Marzo 2006. A fianco dell’ospedale Busonera opera l’Immunologia Diagnostica e Molecolare Oncologica (IDMO). Nel Luglio 2015 l’attività di laboratorio si estende presso la Torre della Ricerca, in zona industriale di Padova, con l’avvio dei laboratori di genetica molecolare e Cellule tumorali circolanti.

Nell’ottobre 2017 prende il via l’attività nella sede di Castelfranco Veneto, presso l’Ospedale San Giacomo. Nel giugno 2018 viene inaugurata la sede della Radioterapia di Schiavonia, a fianco dell’Ospedale madre Teresa di Calcutta.  Nel 2025, in occasione del ventennale dell’istituto, è prevista l’inaugurazione della sede della Radioterapia di Castelfranco Veneto.

La storia dello IOV continua: i momenti salienti dei primi vent'anni di attività in questo spot dell'Istituto.


20 ANNI DI IOV: I RISULTATI
 

In origine fu un’ambiziosa scelta obbligata. L’Istituto Oncologico Veneto nacque come consorzio delle ULSS venete alle prese con “l’emergenza cancro”, sulle ceneri dell’ospedale geriatrico appena smantellato e con soli quattro medici strutturati. Vent’anni più tardi, il 26 maggio in Sala della Ragione a Padova, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ha festeggiato due decenni di attività in costante crescita: ad oggi lo IOV conta più di 7mila pazienti all’anno, 6.800 operazioni chirurgiche, 58mila interventi chemioterapici e 50mila radioterapici.

“Sono impressionanti i numeri dello IOV”, ha commentato in apertura della cerimonia il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Un’eccellenza della nostra regione fatta di ricerca, umanizzazione delle cure, accompagnamento dei pazienti, ma soprattutto di risoluzione di molti problemi oncologici. Un ambito in cui la qualità delle cure, rispetto a vent’anni fa, è di altissimo livello, con un’evoluzione continua che accresce le aspettative di cura con esito positivo. È stata una grande galoppata, che continuerà ancora nei prossimi anni”.

Al Palazzo della Ragione il tributo a medici, scienza e persone alla presenza di molti rappresentati istituzionali e della società civile. La festa per i vent’anni dell’Istituto Oncologico Veneto si è trasformata in un vero e proprio abbraccio collettivo alla medicina che cura, che ricerca, ma soprattutto che ascolta. Dal Prefetto al Sindaco, dai vertici della sanità ai rappresentanti del mondo accademico ed economico, fino alle associazioni dei pazienti: tutti riuniti al Palazzo della Ragione per celebrare due decenni di medicina d’eccellenza, ma soprattutto d’umanità.

Il video completo della cerimonia per i vent’anni dello IOV è disponibile sul canale YouTube dell’istituto.


20 ANNI DI IOV: I SUCCESSI PIÙ RECENTI
 

 
Inaugurazione e "posa della frasca" per la nuova sede della Radioterapia a Castelfranco Veneto. La nuova sede si inserisce nel quadro delle attività dell’Unità Operativa Complessa di Radioterapia dello IOV, che già opera nelle sedi di Padova e Monselice (Schiavonia), trattando oltre 3.500 pazienti all’anno con più di 100.000 prestazioni erogate.

Due nuove stanze dedicate al Trapianto e alle Terapie Cellulari Avanzate allo IOV. Inaugurate due stanze a bassa carica microbica con flusso laminare nella sede IOV di Padova: un passo fondamentale per potenziare il Programma di Trapianto di Cellule Staminali e introdurre terapie cellulari avanzate (CAR-T, NK-CAR-T, CAR-CIK) anche per i tumori solidi.

Centralizzata a Padova la produzione dei farmaci antiblastici. L’Unità Farmaci Antiblastici della Farmacia dello IOV garantisce la copertura dei fabbisogni per pazienti oncologici e oncoematologici, per una produzione di circa 115.000 allestimenti oncologici/annui e una spesa per farmaci infusionali che si aggira intorno a 46.000.000 di euro.

Tumore al seno: lo IOV interviene con la tecnica endoscopica che non lascia cicatrici. Eseguiti i primi interventi di mastectomia endoscopica per tumore della mammella, una metodica innovativa il cui obiettivo è eliminare le cicatrici in caso di asportazione della mammella. La Chirurgia Senologica 1 dello IOV effettua ogni anno oltre 1000 interventi alla mammella.

Allo IOV oltre 400 interventi robotici all’anno per curare carcinoma prostatico, della vescica e del rene. I pazienti affetti da tumore alla prostata possono beneficiare di tecniche chirurgiche all’avanguardia. Queste innovazioni consentono allo IOV di distinguersi per il basso tasso di complicanze post-intervento chirurgico per tumore maligno della prostata. 

Allo IOV eseguita la prima donazione di organi a “cuore fermo” in un Ospedale Spoke. La procedura a cuore fermo è molto complessa ma può fare la differenza perché aumenta del 30% la disponibilità di organi salvavita per il trapianto. A fare da apripista a livello regionale, come ospedale spoke non dotato di cardiochirurgia è stato lo IOV di Castelfranco Veneto.

A Padova e Castelfranco aprono le stanze del silenzio: accoglieranno pazienti, familiari e dipendenti bisognosi di un momento di raccoglimento. Si tratta di spazi neutri destinati al raccoglimento, alla meditazione, alla preghiera, all’elaborazione del lutto e della sofferenza. Le “stanze del silenzio” o “quiet room” sono una realtà in molti centri oncologici del mondo.

Aula magna dello IOV intitolata al professor Chieco Bianchi, uno dei padri dell’oncologia moderna. L’Istituto Oncologico Veneto ha voluto riconoscere alla figura del professor Chieco Bianchi un tributo per l’eredità che ci ha lasciato non solo come scienziato e luminare dell’oncologia e dell’immunologia, ma anche per la sua nobiltà d’animo.

 


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