Numero 14
Salutaria è la newsletter mensile di Federsanità ANCI Veneto, si occupa di programmazione socio-sanitaria, sviluppo e integrazione dei servizi per la salute, innovazione in sanità. Ci trovate dentro il meglio delle notizie di sanità regionale (e non solo) dell'ultimo mese.
Per suggerire contenuti da inserire nel prossimo numero della newsletter, scrivici a federsanitaanciveneto@gmail.com o a info@federsanitaveneto.it. Buona lettura!
|
|
AUGURI DI BUONE FESTE
DA FEDERSANITÀ E ANCI
Cordialissimo scambio di auguri a Cà Sugana, sede del Comune di Treviso, con Mario Conte, Sindaco di Treviso e Presidente di ANCI Veneto e una rappresentanza di Federsanità ANCI del Veneto, nel segno di una proficua collaborazione sui temi di comune interesse
|
|
EDITORIALE
DI UNIVERSALISMO “IMPERFETTO”, DISUGUAGLIANZE DI SALUTE E QUELLA GIUSTA RIFORMA DELL’INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
Parte 2
Volete predire l’aspettativa di vita di una persona senza sottoporla a un check up completo? Prendete il suo reddito, il suo titolo di studio, la posizione professionale, la condizione abitativa e qualche altra variabile socioeconomica che apparentemente nulla avrebbe a che vedere con lo stato di salute: la ponderata combinazione di tutti questi fattori – i cosiddetti “determinanti sociali della salute” – rappresenta infatti il migliore degli indicatori possibili per stabilire lo stato di salute attuale e la speranza di vita futura di ciascun individuo.
La ragione è semplice, come abbiamo ampiamente mostrato nel precedente numero di questa newsletter: condizioni di deprivazione socioeconomica quali reddito limitato, bassi livelli di istruzione, disagio abitativo e precarietà lavorativa si correlano statisticamente a stili di vita che hanno un impatto nefasto sulla salute fisica e mentale nel breve, medio e lungo termine. I determinanti sociali della salute si intrecciano così agli stili di vita: sono loro a decidere quanto una persona si esponga con i propri comportamenti a patologie croniche o potenzialmente mortali.
Anche lì dove le cure essenziali vengono garantite a chiunque dai servizi sanitari, come in Italia, le differenze di salute in funzione dei determinanti sociali seguono un gradiente continuo che in un certo senso contraddice i principi di universalità, uguaglianza ed equità su cui si si basa il sistema sanitario nazionale. La sanità universalistica, pensata per ridurre le disparità di accesso alle cure, può paradossalmente finire per esacerbarle qualora non tenga in debita considerazione i determinanti sociali della salute. Ma come riconoscere il giusto ruolo di questi fattori nella progettazione di modelli di assistenza più efficaci?
Lo sappiamo bene, la richiesta di assistenza sanitaria è legata a un complesso di patologie multiple che spesso si manifestano in un contesto di fragilità, marginalità e di forte disuguaglianza sociale. L'impatto del sistema sanitario sulla salute risulta di molto indebolito se non si compie una presa in carico globale delle fragilità sociali, che comprendono anche aspetti riferiti al lavoro, all'istruzione, all'abitazione. La comunità scientifica è perciò concorde nel ritenere ormai ineludibile la necessità di una stretta integrazione delle politiche sanitarie e delle politiche sociali, con l’obiettivo di rendere più efficaci e sostenibili possibile i modelli di assistenza.
Il luogo privilegiato in cui possa attuarsi l'integrazione sociosanitaria è ovviamente il territorio – col suo reticolo di cure primarie, domiciliari, distrettuali, consultoriali, residenziali – ma da oltre vent'anni il SSN attende la costituzione stabile, organizzata e diffusa del suo cosiddetto "sistema territoriale per la salute". Il Distretto sociosanitario rappresenta non soltanto una grande impresa “incompiuta” rispetto alle reiterate indicazioni legislative che si sono susseguite nel tempo, a partire dalla legge istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale, ma anche il più importante ed evidente esempio di divaricazione dei modelli organizzativi territoriali nelle diverse realtà regionali d'Italia, ove non si è riusciti a garantire in tutto il Pese la presenza dello Stato in maniera adeguata ed uniforme per garantire quei servizi e prestazioni sociosanitarie che incidono sulle aspettative di vita almeno quanto le condizioni economiche, il livello di istruzione e il sesso.
Lasciamo agli esperti il compito di analizzarne le cause, ma sicuramente nel territorio per parecchi decenni non abbiamo avuto un glossario unico né tantomeno degli standard strutturali e organizzativi. E nelle diverse Regioni italiane, seppur in maniera diversa, alle diseguaglianze legate ai determinanti di cui si è detto, si è aggiunta una “diseguaglianza di cittadinanza” legata ad una grande disparità dei servizi offerti ai cittadini, consolidando una “disuguaglianza doppia” che somma lo svantaggio civile a quello legato ai classici determinanti di salute.
Sul versante sociale, la rilevazione dell’Istat sulla “Spesa sociale dei Comuni” che prende in considerazione numerosi servizi offerti ai cittadini (assistenza agli anziani, sostegno alle famiglie e ai minori, sostegno e assistenza a disabili, tossicodipendenti, alcolisti, immigrati etc.) dimostra come un cittadino meridionale riceva meno della metà dei servizi e delle prestazioni di un cittadino residente nel Centro e nel Nord-Ovest e circa un terzo rispetto ad un abitante nel Nord-Est, con differenze di spesa per abitante di quasi 25 volte. Oggi, però, viviamo una particolarissima congiuntura storica nella quale vanno finalmente allineandosi tutte le premesse utili a operare un’evoluzione del sistema integrato sanitario e sociale: numerosi provvedimenti normativi nazionali sono stati infatti adottati di recente per l’innovazione dei processi di assistenza e per la riforma delle organizzazioni sociosanitarie.
Al DM 77/2022 si combina inevitabilmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che con le sue "azioni operative" e "di riforma” offre per la prima volta la possibilità di costruire un vero e proprio sistema per la salute e il benessere, esteso su tutto il territorio nazionale con caratteri di uniformità e omogeneità. Con la Legge di Bilancio 2022 (Legge 234/2021) si è disposta invece l'elaborazione dei tre nuovi piani triennali che riguardano il sociale, la povertà e la non-autosufficienza. Tra le maggiori novità, la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) per le persone anziane non autosufficienti e degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) quale sede necessaria in cui programmare, coordinare, realizzare e gestire gli interventi, i servizi e le attività utili al raggiungimento dei LEPS.
La linea tracciata è molto chiara: l'integrazione può essere il vettore della trasformazione su cui convergono tutti questi diversi indirizzi normativi, per superare modelli organizzativi il cui attuale profilo è di tipo "divisionale", detto anche "a silos", ed evolvere così verso modelli organizzativi di tipo reticolare. Ma per costruire un’integrazione sistemica e strutturale, che funzioni di fatto e non soltanto sulla carta, abbiamo bisogno di una visione strategica dei modelli sociosanitari complessi, unita ad una capacità operativa di composizione dei sistemi.
Non si tratta soltanto di aprire nuove strutture sul territorio e di riempirle di personale sanitario adeguato: bisogna anche agire sulle diverse dimensioni che sostanziano una reale integrazione dei servizi sociosanitari. Tra queste, c’è anzitutto la dimensione istituzionale, per la messa a terra di un processo di co-decisione delle amministrazioni regionali, aziendali e comunali in materia di assistenza. C’è poi la dimensione programmatoria e direzionale, per uno sviluppo unitario, armonico e uniforme dei servizi sul territorio. C’è la dimensione organizzativa e gestionale, per l’utilizzo condiviso e razionale delle risorse. C’è la dimensione multiprofessionale, per l’integrazione dei processi assistenziali, e c’è infine la dimensione comunitaria, per l’integrazione delle modalità partecipative e l’attivazione di reti di prossimità.
La sfida è riuscire a governare tutta questa complessità nella rete dell’assistenza, alleggerire la pressione sul sistema sanitario e renderne sostenibile l’azione, tanto per i bilanci delle singole aziende sociosanitarie quanto per la tenuta stessa del sistema sanitario nazionale. Il che ci impone di pensare all’assistenza in un modo radicalmente nuovo, per evitare di "cambiare tutto affinché tutto rimanga com'è", senza creare un vero sistema di welfare e benessere che vada in favore delle comunità e degli assistiti. La giusta riforma dell’assistenza per correggere l’universalismo “imperfetto” dell’SSN passa inevitabilmente da una maggiore, migliore, moderna integrazione sociosanitaria. La sfida è lanciata, a noi tutti provare a coglierla.
DOMENICO SCIBETTA
Presidente di Federsanità ANCI Veneto
|
|
NOTIZIE DI FAMIGLIA
Uno sguardo a Federsanità nazionale e alle altre Federazioni regionali
|
|
|
La Sanità di oggi e domani: Federsanità al Forum Risk Management. Tra i principali temi di discussione al Forum di Arezzo i finanziamenti al SSN, le prospettive da sviluppare con il DM77, la sanità territoriale, il ruolo dei professionisti, la gestione dei servizi, l'invecchiamento della popolazione. Una sintesi dei contributi all'Assemblea sul sito di Federsanità ANCI nazionale, qui invece le proposte per la valorizzazione del personale sanitario e qui la monografia: “PNRR: piano di ripresa e resilienza un’opportunità per il sistema salute italiano: progetti, idee, innovazioni per un SSN più vicino alle persone”, presentati sempre al Forum Risk Management di Arezzo.
|
|
|
Verso la nuova sanità territoriale: l'Osservatorio delle buone pratiche di integrazione sociosanitaria. Si è tenuto lo scorso 13 dicembre un incontro per fare il punto sull'Osservatorio Federsanità-AGENAS per le buone pratiche di integrazione sociosanitaria, con la presentazione tecnica dell'incontro da parte del presidente di Federsanità ANCI Veneto Domenico Scibetta. Qui maggiori informazioni sull'incontro.
|
|
ASSOCIATI NEWS
Vita e buone pratiche delle ULSS del Veneto e dei Comuni nostri associati
|
|
Partita la campagna "Generoso, il Veneto" per promuovere la donazione di organi e tessuti. Il Veneto è la terza regione d'Italia per numero di donazioni, ma la domanda è ancora alta: sono circa 1250 i pazienti in attesa di trapianto sul territorio regionale, di cui 40 bambini. Regione a fianco di CNT, CRT e Aido per promuovere la cultura del dono. Maggiori informazioni qui. |
|
|
Feasteggiato dall'Azienda Ospedaliera di Padova il raggiungimento dei 3.000 trapianti. Al nuovo Centro Congressi di Padova, le testimonianze dei pazienti e dei sanitari protagonisti dello storico traguardo. Padova capofila a livello nazionale di innovazione nei trapianti rene e pancreas. Maggiori informazioni qui.
|
|
|
Dall'ULSS1 Dolomiti il progetto "Cammina-mente": laboratorio del Ser.D. nella natura. Il progetto si pone l'obiettivo di prevenire la cronicizzazione e la marginalizzazione dei giovani utenti con disturbo da uso di sostanze afferenti al Ser.D. attraverso varie iniziative, tra cui delle apprezzatissime escursioni nella natura. Maggiori informazioni qui. |
|
|
LEGISLAZIONE SANITARIA (IN PILLOLE)
Gli ultimi aggiornamenti su leggi e decreti di Ministero e Regione
|
|
|
Liste di attesa, risorse per il personale e territorio: le priorità del ministro Schillaci. In audizione in Commissione Lavoro e Sanità, il punto del Ministero sul fronte delle liste d'attesa, del personale sanitario, della gestione degli appalti esterni, dei Medici di Medicina Generale e delle farmacie dei servizi. Una sintesi di Sanità Informazione.
|
|
|
Presentato da AGENAS il Programma Nazionale Esiti - Edizione 2022. L'evento è stato aperto da un saluto istituzionale del Ministro della Salute, Orazio Schillaci. L’introduzione dei lavori è stata curata dal professor Enrico Coscioni, Presidente AGENAS, e dal professor Silvio Brusaferro, Presidente dell'ISS, mentre le conclusioni sono state affidate al dottor Domenico Mantoan, Direttore Generale AGENAS. A questo link la registrazione dell'incontro e i materiali presentati.
|
|
|
La Centrale Operativa Territoriale: dalla realizzazione all'attivazione. AGENAS, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura, ambiente costruito e ingegneria delle costruzioni (ABC), Design & Health Lab del Politecnico di Milano, ha pubblicato il nuovo Quaderno di Monitor "La Centrale Operativa Territoriale: dalla realizzazione all’attivazione". Alla luce delle profonde trasformazioni in atto a livello dell’organizzazione dei servizi sanitari territoriali, diviene infatti prioritario definire indicazioni progettuali e funzionali per la corretta ed efficiente realizzazione delle Centrali Operative Territoriali. A questo link il documento completo.
|
|
|
Dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) una guida per la gestione dei pazienti con Long Covid. L’Istituto Superiore di sanità ha diffuso una guida con le raccomandazioni per la gestione dei pazienti affetti da Long Covid: l'obiettivo è contribuire a standardizzare le attività dei centri clinici sul territorio nazionale. Il documento completo sul sito dell'ISS.
|
|
AL MERCATO DELLE OCCASIONI
Bandi di concorso, progetti europei e altre opportunità
|
|
Bando regionale PARI. - Progetti e Azioni di Rete Innovativi per la parità e l'equilibrio di genere. Finanziati i progetti territoriali per la parità e l'equilibrio di genere, di contrasto agli stereotipi e alle discriminazioni di genere, allo scopo di migliorare l’occupazione femminile in Veneto. Scadenza:31/01/2023. Maggiori informazioni sul sito della Regione del Veneto. |
|
|
L'ANGOLO DELLE IDEE CONDIVISE
Eventi, corsi di formazione e buone pratiche da segnalare
|
|
|
Pubblicati i risultati della survey sul personale sanitario realizzata da Federsanità e Crea Sanità. La spesa del personale incide mediamente sul bilancio dei servizi sanitari regionali per il 44,7%, cui si aggiunge un 8,3% di risorse indirizzate alla formazione. Tutti i risultati sono stati presentati al Forum Risk Managament di Arezzo. Qui una sintesi dei maggiori risultati.
|
|
|
Il Semestre Europeo 2022 alla sfida dell'equità sanitaria: il confronto dei PIani di Ripresa e Resilienza in otto Paesi membri dell'Unione. Il network europeo Eurohealthnet, di cui anche Federsanità ANCI fa parte, ha diffuso in questi giorni i risultati di un'analisi che mette a confronto i Piani di Ripresa e Resilienza di otto diversi Paesi europei sul fronte dell'equità sanitaria. Le raccomandazioni per l'Italia: assicurare una politica fiscale prudente, garantire supporto a famiglie e imprese più vulnerabili al caro energia, espoandere i finanziamenti pubblici per la transizione energetica e digitale. Il report completo sul sito di EuroHealth Net, qui i risultati specifici per l'Italia.
|
|
VERDE COME LA SALUTE
Spunti e riflessioni per una sanità rispettosa dell'ambiente
|
|
|
Non solo polmoni, gli inquinanti atmosferici possono incidere anche sull’arteriosclerosi. I danni dell’inquinamento atmosferico sull’organismo umano possono andare oltre l’organo bersaglio, tradizionalmente individuato nei polmoni, e scatenare patologie più complesse o addirittura croniche. come l'arteriosclerosi. Negli ultimi vent'anni, numerosi studi epidemiologici hanno documentato una relazione tra l’inquinamento atmosferico in ampie coorti e fenomeni tipici dell’arteriosclerosi come l’ispessimento medio intimale, la calcificazione dell’aorta e altro, suggerendo come occorra ridurre i livelli di inquinamento atmosferico per intervenire sulle cause scatenanti. Qui un approfondimento di Sanità Informazione.
***
|
|
UNA PAROLA AL MESE
PANVACCINO
Molteplici ceppi influenzali e un vaccino unico, universale: un PANVACCINO, lo chiamano alcuni. Gli scienziati provano a sintetizzarlo da decenni, con progressi lenti e difficoltà tecnologiche apparentemente insormontabili. Ma stando ai risultati riportati in uno studio recentemente pubblicato su Science, potrebbero essere arrivati a un punto di svolta.
I ricercatori dei National Institutes of Health (NIH), negli Stati Uniti, hanno infatti generato in laboratorio un vaccino a mRNA che è in grado di veicolare in un unico siero tutti i 20 diversi tipi di emoagglutinina noti nei ceppi influenzali circolanti di tipo A e B.
L'emoagglutinina altro non è che una proteina presente sulla superficie del virus con una funzione analoga alla proteina Spike del Coronavirus: viene facilmente riconosciuta dal sistema immunitario ed perciò utilizzata nelle singole vaccinazioni contro i ceppi influenzali stagionali.
Nello studio in questione, effettuato su modelli animali, il nuovo panvaccino si è dimostrato in grado di indurre le emoagglutinine di 20 diversi ceppi virali e di bloccare così gli effetti più gravi dell'infezione.
Si tratta di un avanzamento non indifferente verso la tappa successiva dei trials clinici, dal momento che la possibilità di vaccinare con una molteplicità di antigeni permetterebbe di avere un siero che non deve essere aggiornato ogni anno. E non si esclude che lo stesso tipo di approccio alla sintesi vaccinale possa rivelarsi utile contro la proliferazione di varianti in un futuro scenario pandemico.
***
|
|
Per questo mese è tutto, appuntamento al prossimo numero. Nel frattempo potete seguire Federsanità ANCI Veneto su Facebook, LinkedIn e Instagram:
|
|
|