Newsletter Salutaria

Newsletter Salutaria N 30

Numero 30
 

Salutaria è la newsletter mensile di Federsanità ANCI Veneto, si occupa di programmazione socio-sanitaria, sviluppo e integrazione dei servizi per la salute, innovazione in sanità. Ci trovate dentro il meglio delle notizie di sanità regionale (e non solo) dell'ultimo mese.

Per suggerire contenuti da inserire nel prossimo  numero della newsletter, scrivici a federsanitaanciveneto@gmail.com o a info@federsanitaveneto.it. Buona lettura!


VII ASSEMBLEA CONGRESSUALE
STRAORDINARIA DI FEDERSANITÀ

 

Si è tenuta a Roma la VII Assemblea Congressuale Straordinaria per l'elezione del nuovo Presidente della Confederazione Federsanità ANCI Regionali. Assemblea molto partecipata nel corso della quale sono state presentate le due candidature: Fabrizio D'Alba (Direttore Generale del Policlinico Umberto I di Roma) e Carlo Picco (Direttore Generale della ASL "Città di Torino"). Al completo la delegazione della Federazione ANCI del Veneto, guidata dal Presidente Domenico Scibetta e dal Presidente ANCI del Veneto Mario Conte, Sindaco di Treviso. Con il 63% dei voti è stato eletto Fabrizio D'Alba. Al nuovo Presidente ed alla Sua squadra giungano, da parte della Federazione Veneta, le congratulazioni e gli auguri di proficuo lavoro.

La fotogallery della giornata con la delegazione di Federsanità ANCI Veneto


EDITORIALE

UNA SPINTA ALLA DONAZIONE

Nella maggior parte dei Paesi la donazione
d’organi è ancora insufficiente: cosa fare
per renderla più facile, giusta ed efficace?

 

In un articolo apparso sulla rivista Work in Progress, i ricercatori Duncan McClements e Jason Hausenloy scrivono che, in questo preciso istante, oltre 100mila persone negli Stati Uniti e 58mila in Europa sono in attesa di un trapianto d’organo. Non si tratta di un’attesa priva di fatiche, anzi: tre quarti dei pazienti in lista necessitano di un trapianto di rene, e la maggior parte di loro viene trattata in dialisi, non senza conseguenze sul piano personale e sociale. Secondo uno studio americano di qualche anno fa, il 37% dei pazienti in trattamento perde o abbandona il lavoro per aderire alle sedute quasi giornaliere di dialisi, e circa un terzo si ammala di depressione. La dialisi è in assoluto il miglior trattamento al momento possibile per i pazienti in attesa di un trapianto, ma se questo non avviene in tempi ragionevoli, il tasso di sopravvivenza tra i dializzati statunitensi a cinque anni dall’inizio delle sedute è solo del 52%. Il che significa che un dializzato su due semplicemente non vive abbastanza a lungo da essere sottoposto a trapianto quando un rene è finalmente disponibile.

Per chi è in attesa di altri organi, la situazione è persino peggiore: ogni anno il 12% dei pazienti americani da sottoporre a trapianto di fegato muore, mentre il 20% di chi subisce un intervento al cuore nella speranza che arrivi la chiamata dal centro trapianti non sopravvive al primo anno di attesa. Molti malati nemmeno entrano nelle liste d’attesa per il trapianto, o ne escono per perdita di fiducia, oppure vengono rimossi dai servizi sanitari per un aggravamento irreversibile delle loro condizioni di salute. Detto altrimenti le statistiche ufficiali sottostimano sistematicamente il fenomeno delle morti per mancanza d’organi. Secondo alcune stime recenti, nei soli Stati Uniti ogni anno morirebbero fino a 43mila persone per patologie renali risolvibili solamente con un trapianto.

A molti sembrerà incredibile, ma il maggior problema per la trapiantologia odierna non riguarda più le procedure di trapianto, già da tempo collaudate e in continuo miglioramento, bensì la scarsa disponibilità di organi donati. La donazione di organi può avvenire da donatore vivente (un rene ad esempio, o parte di un rene), ma è soprattutto la donazione post-mortem a fare il grosso del lavoro: alcuni organi vitali possono essere prelevati esclusivamente da cadavere (cuore, polmoni, pancreas e altri), e in linea di principio dopo la morte chiunque potrebbe donare tutti i propri organi sani. La realtà è però ben più complessa di così, e allo stato attuale negli Stati Uniti solo lo 0,3% dei cadaveri è elegibile per la donazione, spesso perché questa non è stata autorizzata dal defunto finché era ancora in vita o perché viene negata dai familiari al momento della morte. La donazione d’organi dipende oggi più che mai dall’altruismo del donatore o in ultima battuta dal consenso della sua famiglia: come incentivare la propensione al dono e aumentare la quantità di organi disponibili per il trapianto? 

È una domanda che negli Stati Uniti e in altri Paesi le autorità sanitarie hanno cominciato a porsi con una certa urgenza. Oltre che più efficace, infatti, il trapianto d’organi è spesso più economico di ogni altro trattamento alternativo: in Canada, ad esempio, si è calcolato che un ciclo annuale di dialisi costi mediamente 60mila dollari a paziente, contro i 23mila dollari di un trapianto di rene più 6mila di terapie farmacologiche per tutta la durata della vita utile dopo il trapianto. Se un maggior numero di reni fosse a disposizione per il trapianto, si potrebbero risparmiare in media fino a 380mila dollari per paziente in dialisi. Anche in questo caso si tratta di calcoli al ribasso, che non tengono debito conto dei costi sociali indiretti che gravano sui pazienti dializzati, dalla perdita di lavoro al costo sociale tutt’altro che marginale dell’assistenza familiare.

Secondo alcuni analisti, il prelievo da donatori viventi presenta notevoli disincentivi economici che non sarebbero adeguatamente compensati dai sistemi vigenti. Uno studio del 2019 ipotizza un costo per i donatori statunitensi che si sottopongono a prelievo di un rene o parte di rene fra i 1.250 e i 5.550 dollari tra spese di alloggio, viaggio e perdita di salario nei giorni pre- e post-espianto. L’intervento chirurgico per il prelievo del rene non è poi privo di rischi (il tasso di morte è di 1-3 donatori di rene ogni 10.000), in caso di complicanze può richiedere un nuovo ricovero o visite di follow-up, e alcune ricerche stimano una perdita di vita media di mezzo anno per i donatori che si sottopongono all’espianto di un rene. Se questi e altri disincentivi fossero opportunamente ristorati, si ritiene che la propensione al dono da vivente potrebbe crescere sensibilmente.

Secondo altri commentatori, sarebbe invece più efficace intervenire sulle politiche della donazione ormai desuete ma ancora in vigore in molti Paesi. Fino a qualche tempo fa i sistemi “opt-in”, nei quali i pazienti devono attivamente esprimere la propria volontà alla donazione attraverso una qualche forma di registrazione spontanea, erano la norma un po’ in tutto il mondo, ma non hanno mai prodotto grandi risultati. Negli Stati Uniti un sistema di questo tipo fa sì che solo lo 0,004% della popolazione defunta arrivi effettivamente a donare gli organi. In anni recenti ha cominciato invece a diffondersi in molti Paesi il sistema “opt-out”, chiamato anche modello del “consenso presunto”, in cui il prelievo d’organi può avvenire automaticamente a meno che il defunto non abbia espresso in vita il suo diniego alla donazione o i suoi familiari manifestino un’opposizione alla richiesta di donazione d’organi da parte dei sanitari. 

Il modello opt-out si basa su alcune teorie molto popolari in economia e psicologia del comportamento, come la teoria della “spinta gentile” di Richard Thaler e Cass Sunstein, ma non sempre e non ovunque ha portato i risultati sperati. Uno studio comparativo del 2019 sui Paesi dell’OCSE ha mostrato come non vi sia molta differenza tra i tassi di donazione nei Paesi con sistema opt-in e quelli con sistema opt-out per via di altre barriere alla donazione, come ad esempio il consenso dei familiari. Nei sistemi opt-in la volontà del donatore è infatti evidente e perciò facilmente assecondata dai familiari, che tendono invece a opporsi alla donazione se la volontà dei propri cari a donare gli organi non si è mai manifestata in modo palese. Rimuovere l’approvazione da parte dei familiari permetterebbe di migliorare le performance dei sistemi opt-out, ma non è facile da attuare né sul piano etico né su quello normativo.

Per superare l’impasse alcuni Paesi hanno tentato di adottare un approccio di scelta obbligatoria, che impone a ogni cittadino di esprimere la propria volontà alla donazione e lascia dunque meno spazio all’incertezza ai familiari al momento della morte. Un sistema di questo tipo è stato sperimentato in Texas, dove la spinta non troppo gentile della scelta obbligatoria ha prodotto però una bassa adesione alla donazione. È come se la forzatura a esprimere la preferenza rendesse le persone più diffidenti e riluttanti, nonostante nei sondaggi la maggior parte dei cittadini si dichiari favorevole alla donazione d’organi. Una soluzione adottata in Paesi come l’Italia per alleggerire il peso del consenso familiare è quella di semplificare l’espressione di volontà alla donazione, registrandola su base volontaria presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rinnovo del della carta di identità. L’idea è che basti trovare un giusto equilibrio tra volontarietà e obbligatorietà dell’espressione, tra spinta troppo e troppo poco gentile.

Quel che le autorità sanitarie stanno cercando di fare negli Stati Uniti è invece di estendere alla donazione d’organi il sistema compensativo attuato con successo per la donazione del plasma sanguigno. Negli Stati Uniti così come in altri Paesi i donatori di plasma vengono infatti retribuiti con 50-75 dollari a prelievo, per un massimo di due prelievi a settimana. Il sistema compensativo per la donazione di plasma sanguigno è considerato un successo negli Stati Uniti, che di plasma sono diventati in anni recenti un esportatore netto: il 70% della fornitura mondiale di plasma è garantito dai donatori statunitensi e il commercio di plasma rientra addirittura tra i venti prodotti americani più esportati all’estero (anche in Italia). Secondo i sostenitori del sistema basato sugli incentivi compensare i donatori sarebbe più economico che basarsi esclusivamente sull’altruismo, mentre i critici dell’incentivazione sono dell’idea che “pagare” per la donazione di plasma possa creare più problemi di quanti non ne risolva. Ad esempio: il sangue viene oggi donato in maniera altruistica in quasi tutti i Paesi e in quantità sufficiente, ma se si cominciasse a pagare per donare il plasma molte persone potrebbero non essere più disponibili a donare il sangue gratuitamente.

Davvero gli incentivi economici possono stimolare la donazione d’organi senza produrre effetti sociali indesiderati, come la creazione di “mercati d’organi” legalizzati? In Iran, ad esempio, i cittadini sono autorizzati a vendere un rene al sistema sanitario, e anche se il costo per chi ne ha bisogno è ancora elevato per gli standard locali (intorno a 4.200 dollari) non esistono di fatto liste d’attesa per il trapianto di quest’organo. Nel 2007, il premio Nobel per l’economia Gary Becker ha calcolato che un sistema come quello iraniano, se adottato negli Stati Uniti, determinerebbe un costo medio a rene di 23mila dollari, adeguati all’inflazione odierna. Un’altra idea è quella di pagare in anticipo ogni potenziale donatore ancora in vita per gli organi che autorizzi a prelevare in caso di morte, ma anche questa proposta si scontra con le resistenze di quanti credono che, molto semplicemente, gli organi non dovrebbero essere ridotti a oggetto di compravendita.

Un modello ibrido tra altruismo e incentivazione è quello di Israele: la popolazione di fede ultraortodossa tende a rifiutare la donazione d’organi da cadavere, così il governo ha deciso di introdurre un sistema in base al quale chiunque si sia registrato alla donazione da almeno tre anni beneficia di un’assegnazione prioritaria nel caso in cui egli stesso abbia bisogno di un trapianto. Il credito si applica persino ai familiari del defunto, per favorirne il consenso: se gli organi del defunto sono utilizzabili, anche i familiari salgono nella graduatoria delle assegnazioni di un trapianto di cui potrebbero avere un giorno bisogno. La priorità acquisita dando la propria disponibilità a donare non è mai assoluta, altrimenti potrebbe dirottare gli organi disponibili dai riceventi che ne hanno più necessità a quelli che potrebbero aspettare ancora. Stando a un’indagine del 2017, prima che il nuovo modello delle assegnazioni prioritarie fosse introdotto, il 45% delle famiglie israeliane autorizzava la donazione, poi è salito al 55%.

Molti altri Paesi stanno puntando su sistemi ibridi di questo tipo, che all’incentivazione economica prediligono il riconoscimento di alcuni “crediti sociali”, per così dire. Nei paesi Bassi, ad esempio, i donatori viventi di rene hanno diritto a un congedo retribuito dal lavoro della durata di tre mesi: il risultato è che i Paesi Bassi hanno uno dei più alti tassi al mondo di prelievo da donatori viventi (anche se, per converso, i risultati non sono affatto entusiasmanti per le donazioni da cadavere). I vari sistemi di incentivazione testati nei diversi Paesi sembrano infatti funzionare meglio con i donatori viventi: un’analisi comparativa su 109 nazioni ha rilevato che, nei Paesi che li hanno adottati, i sistemi di compensazione hanno aumentato la donazione da donatore vivente del 12-16%. 

Nel lungo termine una soluzione alla carenza d’organi potrebbe arrivare dallo xenotrapianto di organi animali o artificiali, ma la ricerca nel settore si muove ancora nel campo del futuribile. Per far fronte alla carenza di organi nel breve termine non resta quindi che promuovere la cultura della donazione, o in alternativa ricorrere all’incentivazione. Quello che i sondaggi ad oggi condotti sembrano suggerire è che la maggior parte della popolazione (soprattutto quella più giovane) ha un’opinione positiva dei sistemi di compensazione, in particolare di quella non-monetaria. Ma che effetto avrebbero le politiche di incentivazione sulla donazione gratuita? Non c’è forse il rischio che gli incentivi economici ci rendano tutti meno altruisti? Un sondaggio del 2005 condotto in Pennsylvania ha rivelato che l’introduzione dell’incentivazione avrebbe un impatto neutro o positivo sulla propensione alla donazione altruistica. Eppure, se gli organi diventassero un bene scambiato in un mercato in piena regola, l’incentivo “morale” che spinge oggi chi decide di donare potrebbe presto perdere ogni significato.

Chi è a sostegno della gratuità della donazione ritiene che, anziché trasformare gli organi in una “commodity”, l’incentivazione dovrebbe essere usata per rimuovere quei disincentivi che dissuadono oggi dalla donazione spontanea. Molte persone vorrebbero donare, e donare altruisticamente, ma le condizioni di contesto sono spesso scoraggianti: in questo senso la spinta gentile dell’incentivazione non monetaria potrebbe persino favorire la donazione altruistica, anziché sostituirla. I premi Nobel per l’economia Lloyd Shapley e Alvin Roth hanno ad esempio messo a punto un sistema per l’ottimizzare lo scambio altruistico di reni attraverso la combinazione efficiente tra donatori e riceventi compatibili, con un effetto moltiplicatore lungo l’intera catena del dono-trapianto (alcune catene sono arrivare a coinvolgere fino a 30 persone tra donatori e riceventi, per un totale di 300 anni di vita utile guadagnati). Insomma, anche se la trasformazione degli organi in “merci” rimane giustamente un tabù, questo non significa che alcune politiche di incentivazione basate sulla reciprocità e la compensazione non possano essere d’aiuto a stimolare la donazione altruistica. Vorremmo tutti donare, e fare del bene agli altri: se un sistema di incentivazioni fosse lì a spronarci, con la sua spinta gentile al nostro innato altruismo, tanto meglio.

Mercoledì 8 maggio, presso l’Aula Magna di Palazzo Bo dell’Università di Padova, il premio Nobel per l’economia Alvin Roth ha tenuto una Nobel lecture sull’ottimizzazione dei programmi di intercambio di donatori per pazienti in attesa di trapianto di reni. L'articolo de Il Bo Live e la registrazione completa dell’evento nel canale YouTube dell’Università di Padova.

 

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Uno sguardo a Federsanità nazionale e alle altre Federazioni regionali

 

Federsanità ANCI Piemonte: a Torino rinnovato il sistema delle cure sociosanitarie domiciliari per persone non autosufficienti anziane e con disabilità. L’ASL Città di Torino e la Città di Torino hanno sottoscritto un importante accordo di programma per l’avvio del nuovo modello delle cure domiciliari sociosanitarie in lungo assistenza sostenute dal budget di salute. L’accordo concerne in particolare le modalità di erogazione dell’assistenza programmata a domicilio, comunemente detta “Cure domiciliari”, in favore di persone anziane non autosufficienti con alto bisogno assistenziale e persone anziane con ridotta autonomia o a rischio di emarginazione, persone con disabilità gravissima e grave. Maggiori informazioni sull'iniziativa qui.

Prima edizione del festival “Che cura che fa! Il festival che cura”, promosso da Federsanità ANCI Friuli Venezia Giulia. Si è tenuta presso il  Teatro Pileo di Prata di Pordenone la prima edizione del festival “Che cura che fa! Il festival che cura”, sul tema dell'assistenza alle persone anziane e fragili. L’evento ha fornito l’occasione per riunire insieme circa 200 persone, professionisti, amministratori locali e dirigenti del sistema sanitario e sociosanitario del Friuli-Venezia Giulia e del vicino Veneto, insieme a rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte di diversi territori ed esperienze arte, tutti insieme protagonisti per raccontare i variegati “paesaggi della cura”. Maggiori informazioni sull'iniziativa qui.

Federsanità ANCI Piemonte: a Torino parte il progetto "Take-Back: Re-Med", nuova vita per le penne anti diabete. Torino è tra le tre città italiane coinvolte nel progetto pilota "Take-Back: Re-Med", l’iniziativa per la raccolta e il riciclo delle 'penne' monouso che vengono utilizzate per la cura di diabete, obesità e malattie rare. Nella città di Torino viene utilizzato circa il 3,5% degli oltre 17 milioni di penne preriempite che ogni anno vengono vendute in Italia in 12 mesi. La sperimentazione parte dunque da questi numeri e si svilupperà grazie a un accordo con Federfarma che ha promosso l’adesione di 80 farmacie cittadine e fornirà i dati di raccolta. In questi presidi, i cittadini troveranno il kit per la raccolta composta da buste di raccolta delle penne utilizzate che saranno distribuite ai cittadini. Maggiori informazioni sull'iniziativa qui.

 

ASSOCIATI NEWS

Vita e buone pratiche delle ULSS del Veneto e dei Comuni nostri associati

 
Emofilia: è stato trattato con successo in Azienda il primo paziente in Veneto, e il secondo in Italia, con terapia genica. Un gene difettoso è alla base della malattia rara che colpisce 4mila persone in Italia. A Padova è stato attivata nei confronti di un paziente 53enne un’innovativa terapia genetica per combatterla. Qui maggiori informazioni.

Al via i lavori del nuovo Centro servizi per anziani di Caorle. Posa della prima pietra per il Centro servizi per anziani di Caorle. La struttura realizzata da Inail sarà gestita dalla Fondazione OIC e potrà ospitare fino a 90 persone anziane non autosufficienti, sia in regime privato sia titolari di impegnativa di residenzialità. Maggiori informazioni sul sito dell'OIC.

Compie 10 anni la Banca del Latte Materno Donato (BLUD) di Vicenza. Nel 2023 le 40 donatrici hanno consentito la raccolta di circa 300 litri di latte, somministrato per lo più presso la TIN di Vicenza, ma anche in altri centri provinciali, in Toscana e in Lombardia. A Vincenza sono stati alimentati 90 neonati di cui 25 affetti da grave prematurità. Qui maggiori informazioni.

Il drone a idrogeno viaggia sopra Venezia trasportando organi e medicinali. Firmato l'accordo tra Regione Veneto, Save ed Enac, che pone le basi della mobilità aerea del futuro a partire da specifiche esigenze del territorio. Testato il primo volo sperimentale di un drone alimentato a idrogeno verde, destinato al trasporto di farmaci e merci.  Il filmato del test di volo.

Tonezza è ufficialmente il primo "Borgo del Respiro" del Veneto. Tonezza del Cimone, la porta naturale dell'Alpe Cimbra situata al confine tra la provincia di Vicenza e quella di Trento, è diventata la prima località dell'arco prealpino e alpino veneto a potersi fregiare del titolo di "Borgo del Respiro". Premiati tutela dell'ambiente, turismo sostenibile e qualità dell'aria.

Regione Veneto, 60 milioni in 3 anni per migliorare l'assistenza agli anziani non autosufficienti. ll provvedimento dà applicazione sperimentale a obbiettivi da tempo inseriti nella programmazione regionale, relativi all’introduzione della metodica di budget per la gestione dei servizi accreditati e della complessità assistenziale. La delibera della Regione Veneto.

 

LEGISLAZIONE SANITARIA (IN PILLOLE)

Gli ultimi aggiornamenti su leggi e decreti di Ministero e Regione

 

Integrazione sociosanitaria: le buone pratiche dell'OISS per potenziare l’assistenza territoriale. Le buone pratiche presentate dalle prime quattro Regioni censite dall’Osservatorio promosso in collaborazione tra AGENAS e Federsanità-ANCI in tema di integrazione sociosanitaria rappresentano un modello replicabile e una fonte di stimolo per le altre realtà territoriali. Su Agenda Digitale il commento del Direttore Generale di AGENAS Domenico Mantoan.

Riconoscimenti AGENAS-SICS per l'innovazione in sanità digitale. Sul Quaderno di Monitor di AGENAS la descrizione dei progetti premiati nell’ambito dell’iniziativa “Innovazioni in Sanità Digitale”, che ha visto la collaborazione con la Società italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria (SICS). L’obiettivo è stato quello di individuare le strutture sanitarie che, mediante l’ausilio delle nuove tecnologie, hanno saputo migliorare l’accesso ai servizi sanitari e la qualità dell’assistenza, garantendo ai cittadini cure sempre più personalizzate ed efficaci. Link al Quaderno di Monitor.

La Commissione Cultura del Senato approva testo base approva il testo base per lo stop ai test a Medicina. Il Comitato ristretto della Commissione Cultura del Senato ha adottato quasi all’unanimità il testo base per superare il sistema dei test per l’accesso a Medicina. Il provvedimento punta a lasciare libera l’iscrizione al primo semestre, subordinando l’ammissione al secondo al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari stabiliti per gli esami del primo semestre. La sintesi di Quotidiano Sanità e il testo completo del provvedimento di legge.

Istituito presso AGENAS l’Osservatorio degli Enti intermedi dei Servizi sanitari regionali. All’Osservatorio sono attribuite varie funzioni, tra le quali il monitoraggio dello stato dell’arte dei diversi Enti intermedi a livello regionale, l’acquisizione di informazioni sul loro funzionamento e l’analisi dei dati raccolti, l’individuazione di best practice e modelli virtuosi da diffondere a livello nazionale. L’Osservatorio si propone di elaborare linee d’indirizzo contenenti i vari modelli di Enti intermedi, nonché una proposta normativa per la regolamentazione degli stessi. Maggiori informazioni sul sito di AGENAS.

ATS – Ambiti Territoriali Sociali: le province di Padova e Rovigo non arrivano impreparate. Con la legge 328/2000 sono stati creati gli Ambiti Territoriali Sociali, con l’obiettivo di mettere in rete la pianificazione e la programmazione dei servizi sociali delle amministrazioni comunali di un determinato territorio. Grazie a un percorso promosso da Fondazione Cariparo e realizzato con Fondazione Zancan, il nostro territorio arriva preparato ad affrontare questo importante cambiamento. Maggiori informazioni sul sito della Fondazione Cariparo.

Salute e sanità nella grandi città, il rapporto Istat: “nel 2021 oltre 100mila morti evitabili”. L’Istat fotografa lo stato di salute della popolazione attraverso lo studio della mortalità evitabile nelle sue componenti, prevenibile e trattabile, e la mortalità per alcune cause. La sintesi di Sanità Informazione e il rapporto completo dell'Istat.

La spesa dei Comuni per i servizi sociali: trend e divari territoriali. I Comuni sono responsabili degli interventi e dell’offerta di servizi socio-assistenziali destinati ai propri cittadini e nel 2020 la loro spesa per tale funzione ha raggiunto i 7,85 miliardi di euro, pari allo 0,47% del PIL, il 4,3% in più rispetto al 2019 e il 14,4% in più rispetto al 2013. L'analisi completa su DiTe, rivista di studio delle dinamiche territoriali Associazione Italiana di Scienze Regionali (A.I.S.Re).

 

AL MERCATO DELLE OCCASIONI

Bandi di concorso, progetti europei e altre opportunità

 

Bando regionale per interventi relativi alla tutela e sicurezza del territorio. Assunzione di un mutuo, con oneri a carico della Regione, per il finanziamento di spese di investimento specifiche relative all’esercizio 2024 destinate a interventi relativi alla Tutela e Sicurezza del Territorio. Scadenza: 11/07/2024. Maggiori informazioni sul sito della Regione.

Bando per interventi urgenti di edilizia scolastica da sostenere finanziariamente con fondi regionali. Il provvedimento avvia una procedura di selezione “a sportello” per interventi urgenti di edilizia scolastica da sostenere finanziariamente con risorse regionali stanziate per l'anno 2024. Scadenza: 20/09/2024. Maggiori informazioni sul sito della Regione.
 

L'ANGOLO DELLE IDEE CONDIVISE

Eventi, corsi di formazione e buone pratiche da segnalare

 

MidSummer School 2024 di MotoreSanità. Per fare il punto sulle realtà attuali e su propositi ed azioni in corso, Motore Sanità organizza il prossimo 10 luglio la MidSummer School che avrà come focus l’evoluzione delle tecnologie informatica e biologica in sanità, sulle necessità evolutive e sulla sinergia tra entrambe. Link all'evento.

AGENAS pronta a lanciare la consultazione pubblica: “Linee di indirizzo percorso evolutivo Sistemi Medicali per Telemonitoraggio”. Saranno chiamati a partecipare alla consultazione singoli cittadini/e, pazienti, caregiver, associazioni, decisori/ programmatori (regionali/ aziendali), responsabili/gestori di servizi e strutture sanitarie (ASL/ Distretto/ CdC), professionisti sanitari e sociosanitari che hanno esperienza nel settore dei dispositivi medici e dei sistemi informativi sanitari. Maggiori informazioni sul sito di AGENAS.

 

VERDE COME LA SALUTE

Spunti e riflessioni sui legami tra sanità e ambiente

 
 

Quel che lega i cambiamenti climatici all’ictus cerebrale. Le temperature troppo alte o troppo basse possono aumentare il rischio di ictus, per questo la comunità scientifica è impegnata da tempo nella stima dei danni cerebrovascolari che i cambiamenti climatici potrebbero determinare. Per farlo, un team di ricercatori cinesi ha raccolto i dati della Climate Research Unit Gridded Time Series, dei database della Banca Mondiale e del Global Burden of Diseases study, esaminando 30 anni di cartelle cliniche per più di 200 paesi e territori. Il loro studio, pubblicato sulla rivista Neurology, suggerisce che oltre mezzo milione di ictus “da clima” all’anno nel mondo potrebbero essere evitati intervenendo sui cambiamenti climatici in corso. Il cambiamento delle temperature medie terrestri potrebbe determinare anche una maggiore incidenza dell’ictus tra le coorti più giovani della popolazione. Già oggi, in Italia, l’ictus colpisce 12mila under 55 ogni anno, su un totale di 120mila nuovi casi.
 

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UNA PAROLA AL MESE
SPUNTINO
 

Per il dizionario della lingua italiana, SPUNTINO è un pasto rapido e leggero che si fa tra l’uno e l’altro dei pasti principali, ma è capitato di recente che qualcuno avanzasse un nuovo significato del termine. Un gruppo di ricercatori canadesi ha proposto qualche anno fa il concetto di exercise snaks, o “spuntini di esercizio”, per indicare dei brevi ed intensi esercizi fisici di due minuti da ripetere alcune volte nel corso della giornata così da vincere la sedentarietà e migliorare le proprie condizioni di salute o benessere generale.

Non esiste un’unica ricetta per gli spuntini di esercizio, di fatto va bene qualsiasi attività che aumenti il ritmo cardiaco e la frequenza respiratoria come salire le scale, fare squat sulla sedia, camminare velocemente, affondi e via dicendo. La sedentarietà e l’inattività fisica sono una delle principali cause di morte e malattia nel mondo occidentale, e negli ultimi decenni la percentuale di persone sedentarie è aumentata, soprattutto tra i giovani. Molti, pur sapendo che dovrebbero muoversi di più, non hanno tempo di fare attività fisica: l’idea degli spunti di esercizio nasce proprio per riempiere quegli snacking moments in cui chiunque può alzarsi dalla sedia per rimettere in moto i muscoli e il cervello.
 

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