Newsletter Salutaria

Newsletter Salutaria n.32

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Numero 32
 

Salutaria è la newsletter mensile di Federsanità ANCI Veneto, si occupa di programmazione socio-sanitaria, sviluppo e integrazione dei servizi per la salute, innovazione in sanità. Ci trovate dentro il meglio delle notizie di sanità regionale (e non solo) dell'ultimo mese.

Per suggerire contenuti da inserire nel prossimo  numero della newsletter, scrivici a federsanitaanciveneto@gmail.com o a info@federsanitaveneto.it. Buona lettura!


EDITORIALE

IL LABORATORIO TERRITORIALE DELL’OISS DI FEDERSANITÀ, ANCI E AGENAS HA FATTO TAPPA IN VENETO: ESPERIENZE E BUONE PRATICHE DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
 

Dopo Piemonte, Lombardia, Marche e Friuli Venezia Giulia, il Laboratorio Territoriale dell’Osservatorio delle Buone Pratiche di Integrazione Sociosanitaria (OISS) di Federsanità, ANCI e AGENAS ha fatto tappa in Veneto con l’evento dal titolo Integrazione sociosanitaria in Veneto: buone pratiche dalle aree montane e quelle interne, litoranee e metropolitane. Promosso da Federsanità - Confederazione Federsanità ANCI regionali e AGENAS in collaborazione con Regione Veneto, Federsanità ANCI Veneto, ANCI Veneto e Comune di Treviso, l’evento ha inteso fare il punto su alcuni dei progetti più innovativi di integrazione sociosanitaria in corso sul territorio regionale. Tanti i rappresentanti delle istituzioni e del sistema sociosanitario del Veneto che hanno partecipato in presenza e hanno seguito via streaming l’evento, che è possibile rivedere integralmente sul canale YouTube del Comune di Treviso (sessione mattutina e sessione pomeridiana).

Presenti anche i rappresentanti di ANCI Salute Lombardia e delle federazioni regionali Federsanità di Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, con le quali Federsanità ANCI Veneto ha recentemente sottoscritto un accordo di cooperazione. A portare i saluti Massimo Giupponi, Presidente di ANCI Salute Lombardia: “abbiamo ritenuto importante esserci in questo momento di lavoro organizzato dai colleghi di Federsanita ANCI Veneto  perché ritorniamo che il confronto tra esperienze in atto sia una modalità di miglioramento dei servizi delle nostre aziende realmente accessibile e attivabile . Guarderemo quindi con grande interesse alla documentazione che ci verrà messa a disposizione ed attiveremo tutti i contatti opportuni per favorire il trasferimento di buone pratiche tra le nostre aziende lombarde  e le aziende dei colleghi veneti. Consolidare la nostra collaborazione penso sia davvero un percorso utile per tutto il sistema”.

A coordinare i lavori Domenico Scibetta, Project Leader dell’OISS e Presidente di Federsanità ANCI Veneto, coadiuvato da Enzo Muoio, Direttore Generale della Società Servizi di ANCI SA del Veneto. “Questa è la sesta tappa del Laboratorio dell’OISS, una tappa importante per la lunga tradizione di integrazione del sistema sociosanitario del Veneto, nato appunto con la doppia ‘S’. Il Veneto è non a caso un territorio con una grande vivacità di ideazione e di abitudine al coinvolgimento di tutti gli attori interessati nella formulazione e attuazione dei progetti in ambito sociosanitario. Sono molte le esperienze di integrazione da portare alla luce, lo scopo del Laboratorio dell’OISS è proprio quello di fare emergere le buone pratiche per contaminare positivamente gli altri territori. Noi presentiamo oggi cinque progetti di integrazione di successo, ma il nostro non è un concorso: sono solo alcuni esempi significativi di una ricchezza di esperienze ampia e variegata, che intendiamo mettere a fattor comune. Consapevoli come siamo che il futuro degli assetti assistenziali sarà sempre più la presa in carico globale, non il prestazionismo: non è efficace, né efficiente, curare assistiti per poi reintrodurli nel contesto di determinanti della salute che li ha fatti ammalare, ed è probabile lo farà di nuovo. Serve una rivoluzione culturale per trasformare i modelli organizzativi del sistema sociosanitario e attivare tutte le risorse delle nostre comunità nella logica dell’integrazione”.

La sessione mattutina si è aperta con i saluti istituzionali di Mario Conte, Presidente ANCI Veneto e Sindaco di Treviso, Comune che ha ospitato il Laboratorio territoriale dell’OISS in Veneto. “Questo è un importante momento di dialogo e di confronto”, ha dichiarato Conte, “che nasce con l’obiettivo di promuovere una reale crescita dei servizi sociosanitari nel territorio. Temi che noi amministratori abbiamo particolarmente a cuore, perché sono parte della vita quotidiana dei cittadini. Spero questo sia il calcio d’inizio di una partita più lunga, ovvero un processo di miglioramento che metta al centro il bene delle nostre comunità. Come ANCI Veneto ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo per arrivare a raggiungere questa meta”. Maria Rosa Pavanello, Vicepresidente vicaria di ANCI Veneto, ha portato un saluto istituzionale a nome dei Comuni del Veneto: “Federsanità ANCI Veneto ha fatto un lavoro importante di ricreazione di reti tra le istituzioni che negli anni passati si erano un po’ allentate. In questo momento ci troviamo in una specie di tempesta perfetta di progetti da attuate, non da ultimo la Missione 5 del PNRR. Creare una rete tra i Comuni e le Aziende sociosanitarie è fondamentale per affrontare la sfida dell’integrazione sociosanitaria, che è il tema dei temi. Nella nostra regione si è deciso da tempo di puntare sull’integrazione, ma tanto ancora possiamo migliorare in questo periodo di grandi cambiamenti”.

In collegamento a distanza anche Domenico Mantoan, Direttore Generale di AGENAS: “quella dell’OISS è un’iniziativa di lunga visione che è nata qualche anno fa, prima del PNRR e del DM70. L’obiettivo è creare un osservatorio di buone pratiche in modo tale da poter mettere a conoscenza comune le esperienze locali, in un’ottica di replicabilità. Quello dell’integrazione è un mondo molto particolare, con diverse interpretazioni regionali dal punto di vista normativo e culturale, ma questo non esclude che le esperienze di successo si possano condividere e magari adattare in altri contesti. Le buone pratiche raccolte e studiate dall’Osservatorio non sono solo progetti teorici, ma esempi concreti di innovazione virtuosa che hanno determinato una Comunità di pratica delle cronicità, del sociosanitario e del sociale a livello nazionale, regionale e locale”. Infine i saluti istituzionali di Fabrizio D’Alba, Presidente di Federsanità nazionale: “Federsanità sta portando avanti con OISS un’opera di confronto tecnico su un tema centrale come quello dell’integrazione sociosanitaria alimentando il dibattito pubblico e dando voce ai protagonisti delle azioni territoriali messe in campo. La nostra associazione è nata quasi trent’anni fa proprio a partire dall’intuizione che bisognasse creare un ‘cantiere’ in cui i mondi del sanitario e del sociale potessero parlarsi e trovare le condizioni per condividere le rispettive visioni. Momenti come questo testimoniano che quell’intuizione fu giusta e lungimirante, perché il confronto è lo spazio in cui scocca la scintilla dell’innovazione. Tanto è stato fatto in questi trent’anni di Federsanità, ma tanto c’è ancora da fare: siamo confidenti che il triangolo Federsanità, ANCI ed AGENAS porterà ulteriori sviluppi significativi. L’approfondimento itinerante sui territori regionali dimostra quanto le esperienze di assistenza e cure di prossimità debbano essere il punto di partenza per un reale cambiamento del Servizio sanitario pubblico”.

È stato poi il turno di Francesco Enrichens, Project Manager del progetto Pon Gov Cronicità per AGENAS, con un intervento su come le comunità di pratica possono favorire l’integrazione sociosanitaria: “noi del Laboratorio dell’OISS crediamo nell’approccio dal basso. Non si tratta di imporre nuovi modelli, ma di co-costruirli assieme agli altri attori in gioco e a partire da ciò che nella pratica ha già dimostrato di funzionare. È questo lo spirito dell’Osservatorio, che vede la presenza dei Comuni e dei Sindaci nella co-progettazione di misure per affrontare problematiche annose, come quelle dell’invecchiamento demografico e della cronicità, e problematiche nuove, come l’assenza di caregiver. Siamo in una fase di forte transizione perché i bisogni diventano sempre più complessi e i sistemi assistenziali sono chiamati ad evolvere, ma le soluzioni per la presa in carico degli assistiti con la medicina di prossimità ci sono”. 

A seguire sono state presentate diverse esperienze di successo nell’integrazione sociosanitaria in Veneto:

  • Il Comune di Villaverla ha presentato un progetto di dimissioni protette dei pazienti ospedalieri attraverso l’attivazione degli assistenti sociali e degli infermieri domiciliari;
  • Il SerD dell’ULSS 2 Marca Trevigiana ha raccontato l’esperienza del progetto “a quattro mani” per la presa in carico integrata di persone con una lunga storia di dipendenza, marginalità sociale, bisogni sanitari e socio-assistenziali, ridotte risorse economiche e familiari;
  • L’ULSS 1 Dolomiti e l’Azienda Speciale Sedico Servizi hanno invece presentato un progetto legato all’Infermiere di Famiglia e Comunità per la presa in carico della popolazione fragile e pre-fragile, in integrazione con le cure primarie e i servizi territoriali;
  • L’AULSS 8 Berica ha descritto un'iniziativa di abitare supportato e residenzialità leggera per gli assistiti del centro di salute mentale, di modo da ridurre la permanenza in comunità terapeutiche ed evitare l’istituzionalizzazione dell’assistenza;
  • Infine, il progetto “Passi d’Argento” del Comune di Casale sul Sile, per promuove la salute, l’invecchiamento attivo e l’aggregazione sociale nella popolazione anziana.

Michelangelo Caiolfa, Responsabile scientifico dell’OISS, ha poi introdotto la discussione aperta parlando di integrazione sistemica ed esperienze del Laboratorio dell’OISS: “è possibile trovare un modo per dare sistematicità a queste iniziative? La vera questione non è solo trovare nuove risorse, ma anche cambiare i modelli organizzativi per assicurare la sostenibilità e la tenuta dei sistemi sociosanitari. Per anni i temi legati all’integrazione sociosanitaria sono stati dibattuti, basandosi per lo più su alcune esperienze significative che sono riuscite a coordinare tra loro prestazioni sanitarie e prestazioni sociali. La vera sfida è mettere in atto le condizioni adeguate, strutturali e persistenti che rendano possibile il 'normale' sviluppo e diffusione dell’integrazione sociosanitaria e che si passi dalle buone pratiche a modelli diffusi, valorizzando un sistema sociosanitario integrato ed esteso lungo tutto il territorio nazionale, legato in modo esplicito al rapporto tra LEA sanitari e LEP sociali”.

Nella sessione pomeridiana, l’intervento di Pierangelo Spano, Direttore dei Servizi Sociali del Veneto, con una riflessione sugli scenari attuali e futuri dell’integrazione: “è importante in questo momento che faccia breccia nella testa di tutti il fatto che l’integrazione non è solo una dichiarazione di intenti, ma anche una serie di agiti. Questo è ciò che tenta di fare la Regione del veneto all’interno dei suoi compiti, partendo proprio dalla sua lunga esperienza di integrazione. Lo scenario che abbiamo di fronte parla di integrazione in una modalità più ampia, uno scenario che più propriamente si richiama al welfare nelle dimensioni del lavoro, dell’abitare, dell’educazione. Per il Veneto si tratta di traghettare la storica integrazione sociosanitaria in questo nuovo welfare di comunità. Da qui arriva la Legge 9 del 2024, che cerca di mettere in fila tutte le iniziative e le risorse che la programmazione comunitaria sta mettendo in campo. Siamo ora impegnati nella stesura degli atti per rendere operativa questa riforma, che è uno degli snodi fondamentali per far sì che il sistema continui a crescere nell’ottica dell’integrazione”.  Ai lavori ha partecipato anche Alessandra Proto, Direttrice del Centro di sviluppo locale dell’OCSE di Trento: “l’OCSE è un grande gruppo di ricerca e di supporto alla policy, ma ci interessiamo anche di come quelle politiche vengono messe in pratica concretamente. Noi ci occupiamo di sviluppo locale, che è il punto di partenza per il benessere dei territori e della comunità. A settembre dell’anno scorso abbiamo avviato in collaborazione con vari altri stakeholder un progetto di integrazione sociosanitaria, è dunque importante per noi partecipare a questo Laboratorio territoriale per la ricchezza delle esperienze presentate e per il confronto.  Stiamo avviando la collaborazione con l’Osservatorio Federsanità, ANCI ed AGENAS e consideriamo l’appuntamento di oggi la prima giornata di avvio”.

A seguire la tavola rotonda moderata da Gloria Tessarolo, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Treviso, con i rappresentanti delle Aziende sociosanitarie e Paola Roma, Sindaca di Ponte di Piave e Presidente dell’Associazione Marca Trevigiana, e Maria Rosa Pavanello, Vicepresidente vicaria di ANCI Veneto. Per Carlo Bramezza, Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana “portare servizi di prossimità nelle aree montane è la sfida più difficile e più importante, che in ULSS 7 si cerca di affrontare in collaborazione con i Comuni e con nuovi progetti. Penso ad esempio ad un progetto che ci ha permesso di far arrivare le cure palliative in territori periferici nei quali è spesso difficile essere presenti con i servizi in maniera continuativa. L’altro sforzo è quello di accompagnare la nascita e la realizzazione di nuove forme organizzative, come gli ATS, cercando di dare continuità all’attuazione nonostante il ricambio delle delle amministratori locali”. Mauro Filippi, Direttore Generale dell’ULSS 4 Veneto Orientale ha ricordato come “quello del Veneto sia il modello di riferimento a livello nazionale per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria. Per gli sviluppi futuri sono tre i punti di cambiamento: la costituzione dell’ambito del sociale, il passaggio da una logica in cui il settore pubblico era committente unico a uno in cui diventano centrali la coprogettazione e cogestione, e le case di comunità come luogo fisico di integrazione sociosanitaria”. 

Pietro Girardi, Direttore Generale dell’ULSS 5 Polesana, ha sottolineato come “la visione delle aziende sanitarie del Veneto sia simile e coerente, nonostante le specificità territoriali. È un momento importantissimo quello che stiamo vivendo, e gli scenari futuri ci obbligano oggi a ragionale su come affrontare la sfide, perciò sono ottimista perché ci stiamo muovendo per tempo”. Per Paola Paludetti, Direttore dei Servizi Sociosanitari dell’ULSS 1 Dolomiti, “la Regione Veneto ha anticipato i contenuti del PNRR del DM77 avviando una serie di sperimentazioni per l’integrazione sociosanitaria. La Missione 5 del PNRR è stata una palestra per allenarci a lavorare assieme, e queste sono le modalità di lavoro condiviso del futuro. Nelle aree montane abbiamo bisogno di sicurezza e di cura, per le persone e per la montagna in sé. Il nostro è un territorio dove anche il trasporto pubblico fa sanità”. Infine Stefano Vianello, Direttore dei Servizi Sociosanitari dell’ULSS 6 Euganea e Presidente della Confederazione Associazioni Regionali di Distretto (CARD) ha ricordato come “tra gli enti coinvolti vi sia spesso una sorta di preoccupazione nel mettere in piedi un sistema che possa davvero avere un impatto sugli esiti di salute, utilizzando al meglio delle risorse. La coprogettazione è il metodo per ottimizzare l’uso delle risorse senza creare sovrastrutture”. 

A chiudere i lavori, l’intervento dell’Assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin: “ringrazio Federsanità, ANCI e AGENAS per l’organizzazione di questo evento che cerca di portare alla luce e mettere in comune le buone pratiche dai nostri territori. È chiaro che siamo di fronte a un momento particolare di sfide importanti e cambiamenti epocali, rispetto ai quali la regione veneto è stata a suo tempo lungimirante nello sviluppo dell’integrazione sociosanitaria. Da quell’integrazione, oggi ci troviamo a dover realizzare un ulteriore passaggio evolutivo: è un’opportunità importante, e dobbiamo mettere a terra i fondi che abbiamo ricevuto per il sociale, in alcuni casi in maniera anche strutturale e con un largo respiro, tenendo assieme una platea di attori allargata. Nelle politiche sociali non siamo abituati a misurare e a monitorare gli interventi, ma io credo che questo aiuterà sicuramente l’evoluzione del sistema”. 

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Uno sguardo a Federsanità nazionale e alle altre Federazioni regionali

Assistenza territoriale: anche in Veneto arriva la centrale unica. La Giunta regionale ha approvato il documento di programmazione per l’attivazione del NUE (Numero Unico Europeo) 116117 per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi territoriali a bassa intensità/priorità di cura. Entro il 2024 è previsto l’avvio della prima Centrale Operativa 116117, che per sperimentare il sistema consentirà la gestione delle chiamate da un unico distretto telefonico. La sperimentazione interesserà il Distretto 1 di Bassano del Grappa presso Azienda ULSS 7 Pedemontana, e le chiamate saranno gestite dalla prima Centrale Operativa 116117 attivata presso la ULSS 3 Serenissima. Il comunicato stampa della Regione Veneto.

Donazione d'organi e tessuti: tutti i numeri dal Centro Nazionale Trapianti. L’Italia è al secondo posto tra i Paesi europei per donazione di organi. Nel 2023 il tasso raggiunto è stato di 28,2 donatori ogni milione di abitanti, dietro alla Spagna (leader mondiale con 48,9), ma davanti a Francia (26,3), Regno Unito (21,3) e Germania (11,4). Nel 2023 la Città della Salute e della Scienza di Torino ha realizzato il maggior numero di trapianti (457). Al secondo posto si trova l’Azienda Ospedaliera di Padova (435), leader nei trapianti di polmone e pancreas. Il report annuale del Centro Nazionale Trapianti.

ASSOCIATI NEWS

Vita e buone pratiche delle ULSS del Veneto e dei Comuni nostri associati

Ospedale di Comunità di Auronzo: attività a pieno ritmo. Grazie all'investimento di 500 mila euro, di cui 450 mila provenienti dal PNRR, è stato ristrutturato in tempi brevi l'ospedale di Comunità di Auronzo che da giugno ha ripreso l'attività su 21 posti letto. Nei primi sei mesi del 2024 sono già 87 i pazienti accolti, il 95% provenienti dal Cadore. Il servizio di Telebelluno.

Dieci anni di Centri Sollievo in ULSS 2 Marca Trevigiana. Oggi sul territorio provinciale sono attivi 47 Centri Sollievo dedicati all’Alzheimer e 5 Centri dedicati al Parkinson con il coinvolgimento di 790 di volontari, 605 ospiti, 322 familiari per oltre 5.000 giornate di attività e circa 16.000 ore di sollievo “donato” alle famiglie. Maggiori informazioni nel sito dell'ULSS 2.

Le buone cure dell'Ospedale di Comunità di Trecenta.  L’Ospedale di Comunità di Trecenta dell'ULSS 5 Polesana, con 29 posti letto, ha effettuato nell'ultimo anno e mezzo 315 ricoveri, di cui 197 nel 2023 e 118 nel primo semestre del 2024. Alla dimissione, gli esiti delle cure ottenuti dallo staff dell’ospedale di comunità sono estremamente confortanti. Maggiori informazioni.

Progetto di trasporto sociale "STACCO": già 623 pazienti accompagnati per oltre 109mila chilometri nelle province di Padova e Rovigo. Il servizio di trasporto sociale gratuito per persone in stato di fragilità o di disagio sociale, per garantire loro il libero accesso a cure, visite, attività ludiche, sociali o motorie. Maggiori informazioni qui.

Primo trapianto nel nuovo Centro dell'Ospedale San Bortolo.  A pochi giorni dalla sua inaugurazione, è entrato subito in attività il nuovo Centro Trapianti dell’ospedale San Bortolo, dove è stato eseguito il primo intervento: un trapianto da donatrice vivente su un paziente al quale la moglie ha donato un rene. Tutte le informazioni sul nuovo Centro Trapianti nel sito dell'ULSS 8.

LEGISLAZIONE SANITARIA (IN PILLOLE)

Gli ultimi aggiornamenti su leggi e decreti di Ministero e Regione

Dall’Oms Europa le linee guida sulla telemedicina per i sistemi sanitari nazionali e le singole strutture. Supportare i servizi di telemedicina sia delle singole strutture sanitarie, che degli interi sistemi sanitari nazionali: è questo lo scopo con cui l’Oms Europa ha redatto lo “Strumento di supporto per rafforzare la telemedicina”, un documento progettato in linea con le priorità strategiche del piano d’azione regionale per la salute digitale della regione europea dell’Oms e con la strategia globale dell’Oms sulla salute digitale. Link al documento.

In arrivo il nuovo Piano Nazionale Cronicità. Il documento redatto dal Ministero della Salute sbarca in Stato-Regioni. L’aggiornamento, si spiega nel testo, si è ritenuto necessario per migliorare l'assistenza ai malati cronici; delineare azioni coordinate per prevenirne l'insorgenza; aggiornare le iniziative messe in campo; rendere più efficaci i servizi sanitari assicurando equità di accesso e riducendo le diseguaglianze sociali; e indirizzare la gestione della cronicità verso un sistema che realizzi una progressiva transizione in un modello di rete che valorizzi sia il ruolo specialistico, sia tutti gli attori della assistenza primaria.. Il documento completo e la sintesi di Quotidianosanità.

AL MERCATO DELLE OCCASIONI

Bandi di concorso, progetti europei e altre opportunità

Bando Luoghi (non) comuni: rigenerazione territoriale e attivazione di comunità. Da CARIPARO arriva il bando Luoghi (non) comuni: 3 milioni di euro per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale delle province di Padova e Rovigo riattivando spazi dimenticati o sottoutilizzati. Scadenza: 14/10/2024. Maggiori informazioni qui.

Bando ProMIS per le aree periferiche e in ritardo. Il Programma Interreg Central Europe ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle aree periferiche e svantaggiate dell'Europa centrale, affrontando le sfide territoriali specifiche attraverso soluzioni innovative. Scadenza: 10/12/2024. Maggiori informazioni sul sito di ProMIS.

L'ANGOLO DELLE IDEE CONDIVISE

Eventi, corsi di formazione e buone pratiche da segnalare

Convegno ANCI veneto "Sussidiarietà orizzontale: un osservatorio regionale dei beni comuni". La dottoressa Lisa Lanzoni, Responsabile del Servizio Innovazione Amministrativa Attuazione Sussidiarietà del Comune di Verona, introdurrà la discussione sui Patti di Sussidiarietà a Verona, analizzando la struttura, i racconti di cittadinanza attiva e presentando il Vademecum 2024 sul procedimento di attuazione. Maggiori informazioni e iscrizioni qui.

Campagna nazionale per la donazione d'organi e di tessuti: il Comune di Padova c'è. ANCI Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti insieme per la promozione e sensibilizzazione dei Sindaci e delle loro Amministrazioni sull’importanza della donazione di organi e tessuti. Anche il Comune di Padova, tra gli altri, ha aderito all’iniziativa esponendo il materiale informativo negli uffici anagrafe. Maggiori informazioni sulla campagna.

VERDE COME LA SALUTE

Spunti e riflessioni sui legami tra sanità e ambiente

Dal Regno Unito i risultati del “green social prescribing”. Il Dipartimento per gli Affari Ambientali e Rurali del Regno Unito ha pubblicato in queste settimane il report di monitoraggio di un programma terapeutico rivolto a 8.339 assistiti con disturbo mentale coinvolti in un programma terapeutico in cui erano previste attività sociali a contatto con la natura come camminate nel bosco, orti sociali, piantumazione d’alberi e altro. I risultati?  Calo dell’ansia e della depressione percepita, al fronte di maggiori livelli di felicità e soddisfazione personale. Secondo il rapporto, prescrivere attività sociali all’aperto a persone con disturbo mentale potrebbe portare anche a un notevole risparmio nei costi dell’assistenza.
 

***

UNA PAROLA AL MESE
NUDGE
 

Nel libro del 2008 La spinta gentile, gli scienziati comportamentali Richard Thaler e Cass Sunstein diffusero l’idea che piccoli stimoli sociali possano guidare efficacemente il processo decisionale delle persone senza limitare le loro scelte o imporre incentivi finanziari. La loro proposta ha preso il nome di NUDGE, “spinta gentile”, e ha attratto negli anni una notevole attenzione in economia ma anche nella progettazione dei servizi sanitari. Questo perché le spinte gentili possono essere introdotte con estrema facilità e a basso costo: piatti più piccoli per ridurre le porzioni dei pasti, alert per ricordare l’assunzione di farmaci o gli appuntamenti sanitari, stimoli per ridurre le prescrizioni non necessarie. L’aspetto interessante è che non serve motivare le persone a prendere determinate decisioni, ma è modificando l’ambiente circostante che le si incoraggia a farlo.

Negli Stati Uniti e in Europa alcuni ospedali hanno creato vere e proprie nudge units per guidare le scelte dei clinici e dei pazienti e migliorare così gli esiti di salute. Ma la spinta gentile in sanità funziona? E se sì, quanto? I risultati sono discordanti: alcune ricerche confermano gli effetti positivi dei nudge, altre ritengono che quegli effetti siano sopravvalutati. In generale pare non riducano la scelta di comportamenti non desiderabili, soprattutto se l’ambiente in cui vengono prese decisioni non è facilitante, mentre sembrano funzionare meglio quando rendono le alternative preferibili più facili da scegliere o come scelta di default. I risultati dei nudge migliorano ulteriormente se coinvolgono sia i clinici che i pazienti.

Un esempio significativo di applicazione dei nudge riguarda la donazione d’organi, e in particolare il sistema “opt-out”, chiamato anche modello del “consenso presunto”, in cui il prelievo d’organi può avvenire automaticamente a meno che il defunto non abbia espresso in vita il suo diniego alla donazione o i suoi familiari manifestino un’opposizione alla richiesta di donazione d’organi da parte dei sanitari. A conti fatti, però, pare non vi siano maggiori tassi di donazione nei Paesi con sistema opt-out per via di altre barriere alla donazione, come appunto il consenso dei familiari.
 

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sab 07/09/2024 18:05

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IL LABORATORIO TERRITORIALE DELL’OISS DI FEDERSANITÀ, ANCI E AGENAS HA FATTO TAPPA IN VENETO: ESPERIENZE E BUONE PRATICHE DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
 

Dopo Piemonte, Lombardia, Marche e Friuli Venezia Giulia, il Laboratorio Territoriale dell’Osservatorio delle Buone Pratiche di Integrazione Sociosanitaria (OISS) di Federsanità, ANCI e AGENAS ha fatto tappa in Veneto con l’evento dal titolo Integrazione sociosanitaria in Veneto: buone pratiche dalle aree montane e quelle interne, litoranee e metropolitane. Promosso da Federsanità - Confederazione Federsanità ANCI regionali e AGENAS in collaborazione con Regione Veneto, Federsanità ANCI Veneto, ANCI Veneto e Comune di Treviso, l’evento ha inteso fare il punto su alcuni dei progetti più innovativi di integrazione sociosanitaria in corso sul territorio regionale. Tanti i rappresentanti delle istituzioni e del sistema sociosanitario del Veneto che hanno partecipato in presenza e hanno seguito via streaming l’evento, che è possibile rivedere integralmente sul canale YouTube del Comune di Treviso (sessione mattutina e sessione pomeridiana).

Presenti anche i rappresentanti di ANCI Salute Lombardia e delle federazioni regionali Federsanità di Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, con le quali Federsanità ANCI Veneto ha recentemente sottoscritto un accordo di cooperazione. A portare i saluti Massimo Giupponi, Presidente di ANCI Salute Lombardia: “abbiamo ritenuto importante esserci in questo momento di lavoro organizzato dai colleghi di Federsanita ANCI Veneto  perché ritorniamo che il confronto tra esperienze in atto sia una modalità di miglioramento dei servizi delle nostre aziende realmente accessibile e attivabile . Guarderemo quindi con grande interesse alla documentazione che ci verrà messa a disposizione ed attiveremo tutti i contatti opportuni per favorire il trasferimento di buone pratiche tra le nostre aziende lombarde  e le aziende dei colleghi veneti. Consolidare la nostra collaborazione penso sia davvero un percorso utile per tutto il sistema”.

A coordinare i lavori Domenico Scibetta, Project Leader dell’OISS e Presidente di Federsanità ANCI Veneto, coadiuvato da Enzo Muoio, Direttore Generale della Società Servizi di ANCI SA del Veneto. “Questa è la sesta tappa del Laboratorio dell’OISS, una tappa importante per la lunga tradizione di integrazione del sistema sociosanitario del Veneto, nato appunto con la doppia ‘S’. Il Veneto è non a caso un territorio con una grande vivacità di ideazione e di abitudine al coinvolgimento di tutti gli attori interessati nella formulazione e attuazione dei progetti in ambito sociosanitario. Sono molte le esperienze di integrazione da portare alla luce, lo scopo del Laboratorio dell’OISS è proprio quello di fare emergere le buone pratiche per contaminare positivamente gli altri territori. Noi presentiamo oggi cinque progetti di integrazione di successo, ma il nostro non è un concorso: sono solo alcuni esempi significativi di una ricchezza di esperienze ampia e variegata, che intendiamo mettere a fattor comune. Consapevoli come siamo che il futuro degli assetti assistenziali sarà sempre più la presa in carico globale, non il prestazionismo: non è efficace, né efficiente, curare assistiti per poi reintrodurli nel contesto di determinanti della salute che li ha fatti ammalare, ed è probabile lo farà di nuovo. Serve una rivoluzione culturale per trasformare i modelli organizzativi del sistema sociosanitario e attivare tutte le risorse delle nostre comunità nella logica dell’integrazione”.

La sessione mattutina si è aperta con i saluti istituzionali di Mario Conte, Presidente ANCI Veneto e Sindaco di Treviso, Comune che ha ospitato il Laboratorio territoriale dell’OISS in Veneto. “Questo è un importante momento di dialogo e di confronto”, ha dichiarato Conte, “che nasce con l’obiettivo di promuovere una reale crescita dei servizi sociosanitari nel territorio. Temi che noi amministratori abbiamo particolarmente a cuore, perché sono parte della vita quotidiana dei cittadini. Spero questo sia il calcio d’inizio di una partita più lunga, ovvero un processo di miglioramento che metta al centro il bene delle nostre comunità. Come ANCI Veneto ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo per arrivare a raggiungere questa meta”. Maria Rosa Pavanello, Vicepresidente vicaria di ANCI Veneto, ha portato un saluto istituzionale a nome dei Comuni del Veneto: “Federsanità ANCI Veneto ha fatto un lavoro importante di ricreazione di reti tra le istituzioni che negli anni passati si erano un po’ allentate. In questo momento ci troviamo in una specie di tempesta perfetta di progetti da attuate, non da ultimo la Missione 5 del PNRR. Creare una rete tra i Comuni e le Aziende sociosanitarie è fondamentale per affrontare la sfida dell’integrazione sociosanitaria, che è il tema dei temi. Nella nostra regione si è deciso da tempo di puntare sull’integrazione, ma tanto ancora possiamo migliorare in questo periodo di grandi cambiamenti”.

In collegamento a distanza anche Domenico Mantoan, Direttore Generale di AGENAS: “quella dell’OISS è un’iniziativa di lunga visione che è nata qualche anno fa, prima del PNRR e del DM70. L’obiettivo è creare un osservatorio di buone pratiche in modo tale da poter mettere a conoscenza comune le esperienze locali, in un’ottica di replicabilità. Quello dell’integrazione è un mondo molto particolare, con diverse interpretazioni regionali dal punto di vista normativo e culturale, ma questo non esclude che le esperienze di successo si possano condividere e magari adattare in altri contesti. Le buone pratiche raccolte e studiate dall’Osservatorio non sono solo progetti teorici, ma esempi concreti di innovazione virtuosa che hanno determinato una Comunità di pratica delle cronicità, del sociosanitario e del sociale a livello nazionale, regionale e locale”. Infine i saluti istituzionali di Fabrizio D’Alba, Presidente di Federsanità nazionale: “Federsanità sta portando avanti con OISS un’opera di confronto tecnico su un tema centrale come quello dell’integrazione sociosanitaria alimentando il dibattito pubblico e dando voce ai protagonisti delle azioni territoriali messe in campo. La nostra associazione è nata quasi trent’anni fa proprio a partire dall’intuizione che bisognasse creare un ‘cantiere’ in cui i mondi del sanitario e del sociale potessero parlarsi e trovare le condizioni per condividere le rispettive visioni. Momenti come questo testimoniano che quell’intuizione fu giusta e lungimirante, perché il confronto è lo spazio in cui scocca la scintilla dell’innovazione. Tanto è stato fatto in questi trent’anni di Federsanità, ma tanto c’è ancora da fare: siamo confidenti che il triangolo Federsanità, ANCI ed AGENAS porterà ulteriori sviluppi significativi. L’approfondimento itinerante sui territori regionali dimostra quanto le esperienze di assistenza e cure di prossimità debbano essere il punto di partenza per un reale cambiamento del Servizio sanitario pubblico”.

È stato poi il turno di Francesco Enrichens, Project Manager del progetto Pon Gov Cronicità per AGENAS, con un intervento su come le comunità di pratica possono favorire l’integrazione sociosanitaria: “noi del Laboratorio dell’OISS crediamo nell’approccio dal basso. Non si tratta di imporre nuovi modelli, ma di co-costruirli assieme agli altri attori in gioco e a partire da ciò che nella pratica ha già dimostrato di funzionare. È questo lo spirito dell’Osservatorio, che vede la presenza dei Comuni e dei Sindaci nella co-progettazione di misure per affrontare problematiche annose, come quelle dell’invecchiamento demografico e della cronicità, e problematiche nuove, come l’assenza di caregiver. Siamo in una fase di forte transizione perché i bisogni diventano sempre più complessi e i sistemi assistenziali sono chiamati ad evolvere, ma le soluzioni per la presa in carico degli assistiti con la medicina di prossimità ci sono”. 

 
 
 
 
 
 
 
 

A seguire sono state presentate diverse esperienze di successo nell’integrazione sociosanitaria in Veneto:

  • Il Comune di Villaverla ha presentato un progetto di dimissioni protette dei pazienti ospedalieri attraverso l’attivazione degli assistenti sociali e degli infermieri domiciliari;
  • Il SerD dell’ULSS 2 Marca Trevigiana ha raccontato l’esperienza del progetto “a quattro mani” per la presa in carico integrata di persone con una lunga storia di dipendenza, marginalità sociale, bisogni sanitari e socio-assistenziali, ridotte risorse economiche e familiari;
  • L’ULSS 1 Dolomiti e l’Azienda Speciale Sedico Servizi hanno invece presentato un progetto legato all’Infermiere di Famiglia e Comunità per la presa in carico della popolazione fragile e pre-fragile, in integrazione con le cure primarie e i servizi territoriali;
  • L’AULSS 8 Berica ha descritto un'iniziativa di abitare supportato e residenzialità leggera per gli assistiti del centro di salute mentale, di modo da ridurre la permanenza in comunità terapeutiche ed evitare l’istituzionalizzazione dell’assistenza;
  • Infine, il progetto “Passi d’Argento” del Comune di Casale sul Sile, per promuove la salute, l’invecchiamento attivo e l’aggregazione sociale nella popolazione anziana.

Michelangelo Caiolfa, Responsabile scientifico dell’OISS, ha poi introdotto la discussione aperta parlando di integrazione sistemica ed esperienze del Laboratorio dell’OISS: “è possibile trovare un modo per dare sistematicità a queste iniziative? La vera questione non è solo trovare nuove risorse, ma anche cambiare i modelli organizzativi per assicurare la sostenibilità e la tenuta dei sistemi sociosanitari. Per anni i temi legati all’integrazione sociosanitaria sono stati dibattuti, basandosi per lo più su alcune esperienze significative che sono riuscite a coordinare tra loro prestazioni sanitarie e prestazioni sociali. La vera sfida è mettere in atto le condizioni adeguate, strutturali e persistenti che rendano possibile il 'normale' sviluppo e diffusione dell’integrazione sociosanitaria e che si passi dalle buone pratiche a modelli diffusi, valorizzando un sistema sociosanitario integrato ed esteso lungo tutto il territorio nazionale, legato in modo esplicito al rapporto tra LEA sanitari e LEP sociali”.

Nella sessione pomeridiana, l’intervento di Pierangelo Spano, Direttore dei Servizi Sociali del Veneto, con una riflessione sugli scenari attuali e futuri dell’integrazione: “è importante in questo momento che faccia breccia nella testa di tutti il fatto che l’integrazione non è solo una dichiarazione di intenti, ma anche una serie di agiti. Questo è ciò che tenta di fare la Regione del veneto all’interno dei suoi compiti, partendo proprio dalla sua lunga esperienza di integrazione. Lo scenario che abbiamo di fronte parla di integrazione in una modalità più ampia, uno scenario che più propriamente si richiama al welfare nelle dimensioni del lavoro, dell’abitare, dell’educazione. Per il Veneto si tratta di traghettare la storica integrazione sociosanitaria in questo nuovo welfare di comunità. Da qui arriva la Legge 9 del 2024, che cerca di mettere in fila tutte le iniziative e le risorse che la programmazione comunitaria sta mettendo in campo. Siamo ora impegnati nella stesura degli atti per rendere operativa questa riforma, che è uno degli snodi fondamentali per far sì che il sistema continui a crescere nell’ottica dell’integrazione”.  Ai lavori ha partecipato anche Alessandra Proto, Direttrice del Centro di sviluppo locale dell’OCSE di Trento: “l’OCSE è un grande gruppo di ricerca e di supporto alla policy, ma ci interessiamo anche di come quelle politiche vengono messe in pratica concretamente. Noi ci occupiamo di sviluppo locale, che è il punto di partenza per il benessere dei territori e della comunità. A settembre dell’anno scorso abbiamo avviato in collaborazione con vari altri stakeholder un progetto di integrazione sociosanitaria, è dunque importante per noi partecipare a questo Laboratorio territoriale per la ricchezza delle esperienze presentate e per il confronto.  Stiamo avviando la collaborazione con l’Osservatorio Federsanità, ANCI ed AGENAS e consideriamo l’appuntamento di oggi la prima giornata di avvio”.

A seguire la tavola rotonda moderata da Gloria Tessarolo, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Treviso, con i rappresentanti delle Aziende sociosanitarie e Paola Roma, Sindaca di Ponte di Piave e Presidente dell’Associazione Marca Trevigiana, e Maria Rosa Pavanello, Vicepresidente vicaria di ANCI Veneto. Per Carlo Bramezza, Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana “portare servizi di prossimità nelle aree montane è la sfida più difficile e più importante, che in ULSS 7 si cerca di affrontare in collaborazione con i Comuni e con nuovi progetti. Penso ad esempio ad un progetto che ci ha permesso di far arrivare le cure palliative in territori periferici nei quali è spesso difficile essere presenti con i servizi in maniera continuativa. L’altro sforzo è quello di accompagnare la nascita e la realizzazione di nuove forme organizzative, come gli ATS, cercando di dare continuità all’attuazione nonostante il ricambio delle delle amministratori locali”. Mauro Filippi, Direttore Generale dell’ULSS 4 Veneto Orientale ha ricordato come “quello del Veneto sia il modello di riferimento a livello nazionale per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria. Per gli sviluppi futuri sono tre i punti di cambiamento: la costituzione dell’ambito del sociale, il passaggio da una logica in cui il settore pubblico era committente unico a uno in cui diventano centrali la coprogettazione e cogestione, e le case di comunità come luogo fisico di integrazione sociosanitaria”. 

Pietro Girardi, Direttore Generale dell’ULSS 5 Polesana, ha sottolineato come “la visione delle aziende sanitarie del Veneto sia simile e coerente, nonostante le specificità territoriali. È un momento importantissimo quello che stiamo vivendo, e gli scenari futuri ci obbligano oggi a ragionale su come affrontare la sfide, perciò sono ottimista perché ci stiamo muovendo per tempo”. Per Paola Paludetti, Direttore dei Servizi Sociosanitari dell’ULSS 1 Dolomiti, “la Regione Veneto ha anticipato i contenuti del PNRR del DM77 avviando una serie di sperimentazioni per l’integrazione sociosanitaria. La Missione 5 del PNRR è stata una palestra per allenarci a lavorare assieme, e queste sono le modalità di lavoro condiviso del futuro. Nelle aree montane abbiamo bisogno di sicurezza e di cura, per le persone e per la montagna in sé. Il nostro è un territorio dove anche il trasporto pubblico fa sanità”. Infine Stefano Vianello, Direttore dei Servizi Sociosanitari dell’ULSS 6 Euganea e Presidente della Confederazione Associazioni Regionali di Distretto (CARD) ha ricordato come “tra gli enti coinvolti vi sia spesso una sorta di preoccupazione nel mettere in piedi un sistema che possa davvero avere un impatto sugli esiti di salute, utilizzando al meglio delle risorse. La coprogettazione è il metodo per ottimizzare l’uso delle risorse senza creare sovrastrutture”. 

A chiudere i lavori, l’intervento dell’Assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin: “ringrazio Federsanità, ANCI e AGENAS per l’organizzazione di questo evento che cerca di portare alla luce e mettere in comune le buone pratiche dai nostri territori. È chiaro che siamo di fronte a un momento particolare di sfide importanti e cambiamenti epocali, rispetto ai quali la regione veneto è stata a suo tempo lungimirante nello sviluppo dell’integrazione sociosanitaria. Da quell’integrazione, oggi ci troviamo a dover realizzare un ulteriore passaggio evolutivo: è un’opportunità importante, e dobbiamo mettere a terra i fondi che abbiamo ricevuto per il sociale, in alcuni casi in maniera anche strutturale e con un largo respiro, tenendo assieme una platea di attori allargata. Nelle politiche sociali non siamo abituati a misurare e a monitorare gli interventi, ma io credo che questo aiuterà sicuramente l’evoluzione del sistema”. 

 
 
 
 
 
 
 
 

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Uno sguardo a Federsanità nazionale e alle altre Federazioni regionali

 

Assistenza territoriale: anche in Veneto arriva la centrale unica. La Giunta regionale ha approvato il documento di programmazione per l’attivazione del NUE (Numero Unico Europeo) 116117 per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi territoriali a bassa intensità/priorità di cura. Entro il 2024 è previsto l’avvio della prima Centrale Operativa 116117, che per sperimentare il sistema consentirà la gestione delle chiamate da un unico distretto telefonico. La sperimentazione interesserà il Distretto 1 di Bassano del Grappa presso Azienda ULSS 7 Pedemontana, e le chiamate saranno gestite dalla prima Centrale Operativa 116117 attivata presso la ULSS 3 Serenissima. Il comunicato stampa della Regione Veneto.

 

Donazione d'organi e tessuti: tutti i numeri dal Centro Nazionale Trapianti. L’Italia è al secondo posto tra i Paesi europei per donazione di organi. Nel 2023 il tasso raggiunto è stato di 28,2 donatori ogni milione di abitanti, dietro alla Spagna (leader mondiale con 48,9), ma davanti a Francia (26,3), Regno Unito (21,3) e Germania (11,4). Nel 2023 la Città della Salute e della Scienza di Torino ha realizzato il maggior numero di trapianti (457). Al secondo posto si trova l’Azienda Ospedaliera di Padova (435), leader nei trapianti di polmone e pancreas. Il report annuale del Centro Nazionale Trapianti.

ASSOCIATI NEWS

Vita e buone pratiche delle ULSS del Veneto e dei Comuni nostri associati

 
Ospedale di Comunità di Auronzo: attività a pieno ritmo. Grazie all'investimento di 500 mila euro, di cui 450 mila provenienti dal PNRR, è stato ristrutturato in tempi brevi l'ospedale di Comunità di Auronzo che da giugno ha ripreso l'attività su 21 posti letto. Nei primi sei mesi del 2024 sono già 87 i pazienti accolti, il 95% provenienti dal Cadore. Il servizio di Telebelluno.
 

Dieci anni di Centri Sollievo in ULSS 2 Marca Trevigiana. Oggi sul territorio provinciale sono attivi 47 Centri Sollievo dedicati all’Alzheimer e 5 Centri dedicati al Parkinson con il coinvolgimento di 790 di volontari, 605 ospiti, 322 familiari per oltre 5.000 giornate di attività e circa 16.000 ore di sollievo “donato” alle famiglie. Maggiori informazioni nel sito dell'ULSS 2.

 
Le buone cure dell'Ospedale di Comunità di Trecenta.  L’Ospedale di Comunità di Trecenta dell'ULSS 5 Polesana, con 29 posti letto, ha effettuato nell'ultimo anno e mezzo 315 ricoveri, di cui 197 nel 2023 e 118 nel primo semestre del 2024. Alla dimissione, gli esiti delle cure ottenuti dallo staff dell’ospedale di comunità sono estremamente confortanti. Maggiori informazioni.
 

Progetto di trasporto sociale "STACCO": già 623 pazienti accompagnati per oltre 109mila chilometri nelle province di Padova e Rovigo. Il servizio di trasporto sociale gratuito per persone in stato di fragilità o di disagio sociale, per garantire loro il libero accesso a cure, visite, attività ludiche, sociali o motorie. Maggiori informazioni qui.

 
Primo trapianto nel nuovo Centro dell'Ospedale San Bortolo.  A pochi giorni dalla sua inaugurazione, è entrato subito in attività il nuovo Centro Trapianti dell’ospedale San Bortolo, dove è stato eseguito il primo intervento: un trapianto da donatrice vivente su un paziente al quale la moglie ha donato un rene. Tutte le informazioni sul nuovo Centro Trapianti nel sito dell'ULSS 8.

LEGISLAZIONE SANITARIA (IN PILLOLE)

Gli ultimi aggiornamenti su leggi e decreti di Ministero e Regione

 

Dall’Oms Europa le linee guida sulla telemedicina per i sistemi sanitari nazionali e le singole strutture. Supportare i servizi di telemedicina sia delle singole strutture sanitarie, che degli interi sistemi sanitari nazionali: è questo lo scopo con cui l’Oms Europa ha redatto lo “Strumento di supporto per rafforzare la telemedicina”, un documento progettato in linea con le priorità strategiche del piano d’azione regionale per la salute digitale della regione europea dell’Oms e con la strategia globale dell’Oms sulla salute digitale. Link al documento.

 

In arrivo il nuovo Piano Nazionale Cronicità. Il documento redatto dal Ministero della Salute sbarca in Stato-Regioni. L’aggiornamento, si spiega nel testo, si è ritenuto necessario per migliorare l'assistenza ai malati cronici; delineare azioni coordinate per prevenirne l'insorgenza; aggiornare le iniziative messe in campo; rendere più efficaci i servizi sanitari assicurando equità di accesso e riducendo le diseguaglianze sociali; e indirizzare la gestione della cronicità verso un sistema che realizzi una progressiva transizione in un modello di rete che valorizzi sia il ruolo specialistico, sia tutti gli attori della assistenza primaria.. Il documento completo e la sintesi di Quotidianosanità.

AL MERCATO DELLE OCCASIONI

Bandi di concorso, progetti europei e altre opportunità

 

Bando Luoghi (non) comuni: rigenerazione territoriale e attivazione di comunità. Da CARIPARO arriva il bando Luoghi (non) comuni: 3 milioni di euro per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale delle province di Padova e Rovigo riattivando spazi dimenticati o sottoutilizzati. Scadenza: 14/10/2024. Maggiori informazioni qui.

 
Bando ProMIS per le aree periferiche e in ritardo. Il Programma Interreg Central Europe ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle aree periferiche e svantaggiate dell'Europa centrale, affrontando le sfide territoriali specifiche attraverso soluzioni innovative. Scadenza: 10/12/2024. Maggiori informazioni sul sito di ProMIS.

L'ANGOLO DELLE IDEE CONDIVISE

Eventi, corsi di formazione e buone pratiche da segnalare

 

Convegno ANCI veneto "Sussidiarietà orizzontale: un osservatorio regionale dei beni comuni". La dottoressa Lisa Lanzoni, Responsabile del Servizio Innovazione Amministrativa Attuazione Sussidiarietà del Comune di Verona, introdurrà la discussione sui Patti di Sussidiarietà a Verona, analizzando la struttura, i racconti di cittadinanza attiva e presentando il Vademecum 2024 sul procedimento di attuazione. Maggiori informazioni e iscrizioni qui.

 

Campagna nazionale per la donazione d'organi e di tessuti: il Comune di Padova c'è. ANCI Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti insieme per la promozione e sensibilizzazione dei Sindaci e delle loro Amministrazioni sull’importanza della donazione di organi e tessuti. Anche il Comune di Padova, tra gli altri, ha aderito all’iniziativa esponendo il materiale informativo negli uffici anagrafe. Maggiori informazioni sulla campagna.

VERDE COME LA SALUTE

Spunti e riflessioni sui legami tra sanità e ambiente

 

Dal Regno Unito i risultati del “green social prescribing”. Il Dipartimento per gli Affari Ambientali e Rurali del Regno Unito ha pubblicato in queste settimane il report di monitoraggio di un programma terapeutico rivolto a 8.339 assistiti con disturbo mentale coinvolti in un programma terapeutico in cui erano previste attività sociali a contatto con la natura come camminate nel bosco, orti sociali, piantumazione d’alberi e altro. I risultati?  Calo dell’ansia e della depressione percepita, al fronte di maggiori livelli di felicità e soddisfazione personale. Secondo il rapporto, prescrivere attività sociali all’aperto a persone con disturbo mentale potrebbe portare anche a un notevole risparmio nei costi dell’assistenza.
 

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UNA PAROLA AL MESE
NUDGE
 

Nel libro del 2008 La spinta gentile, gli scienziati comportamentali Richard Thaler e Cass Sunstein diffusero l’idea che piccoli stimoli sociali possano guidare efficacemente il processo decisionale delle persone senza limitare le loro scelte o imporre incentivi finanziari. La loro proposta ha preso il nome di NUDGE, “spinta gentile”, e ha attratto negli anni una notevole attenzione in economia ma anche nella progettazione dei servizi sanitari. Questo perché le spinte gentili possono essere introdotte con estrema facilità e a basso costo: piatti più piccoli per ridurre le porzioni dei pasti, alert per ricordare l’assunzione di farmaci o gli appuntamenti sanitari, stimoli per ridurre le prescrizioni non necessarie. L’aspetto interessante è che non serve motivare le persone a prendere determinate decisioni, ma è modificando l’ambiente circostante che le si incoraggia a farlo.

Negli Stati Uniti e in Europa alcuni ospedali hanno creato vere e proprie nudge units per guidare le scelte dei clinici e dei pazienti e migliorare così gli esiti di salute. Ma la spinta gentile in sanità funziona? E se sì, quanto? I risultati sono discordanti: alcune ricerche confermano gli effetti positivi dei nudge, altre ritengono che quegli effetti siano sopravvalutati. In generale pare non riducano la scelta di comportamenti non desiderabili, soprattutto se l’ambiente in cui vengono prese decisioni non è facilitante, mentre sembrano funzionare meglio quando rendono le alternative preferibili più facili da scegliere o come scelta di default. I risultati dei nudge migliorano ulteriormente se coinvolgono sia i clinici che i pazienti.

Un esempio significativo di applicazione dei nudge riguarda la donazione d’organi, e in particolare il sistema “opt-out”, chiamato anche modello del “consenso presunto”, in cui il prelievo d’organi può avvenire automaticamente a meno che il defunto non abbia espresso in vita il suo diniego alla donazione o i suoi familiari manifestino un’opposizione alla richiesta di donazione d’organi da parte dei sanitari. A conti fatti, però, pare non vi siano maggiori tassi di donazione nei Paesi con sistema opt-out per via di altre barriere alla donazione, come appunto il consenso dei familiari.
 

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