VIOLENZA SULLE DONNE, IN MEZZO MIGLIAIO RICORRONO ALLE CURE DEI SANITARI DELL’ULSS 6 EUGANEA

Nel 2019 i Pronto Soccorso dei poli ospedalieri di Padova (Sant’Antonio), Cittadella, Camposampiero, Piove di Sacco, Schiavonia, Monselice e del Policlinico di Abano Terme hanno registrato 490 accessi di donne vittime di abuso, con diagnosi di aggressione. Il DG Scibetta: “Intollerabile ogni comportamento che si configuri come prepotenza, sopraffazione o maltrattamento. Tutti i nostri ospedali lavorano in maniera uniforme secondo modalità codificate che prevedono l’accoglienza della donna in luoghi dedicati e la riduzione dei tempi di attesa, con attivazione di percorsi preferenziali e specifici”.
Nel cortile dell’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco è posizionata – da oggi ma per tutto l’anno – la nuova panchina rossa che riporta la scritta
“La violenza non ri-siede qui”.

Padova, 25 novembre 2020. Mezzo migliaio di donne vittime di violenza sono ricorse, nel 2019, alle cure dei sanitari degli ospedali dell’Ulss 6 Euganea nei cui poli Pronto Soccorso è attivo un percorso di presa in carico ad hoc, corsia privilegiata - sorta di “codice rosa” - in grado di definire in maniera tempestiva e adeguata la presa in carico delle donne che hanno subito violenza e degli eventuali figli minori testimoni o vittime, a loro volta, di abuso. Un anno e mezzo fa l’Azienda socio-sanitaria di via Scrovegni ha perfezionato il percorso integrato ospedale-territorio, che individua nel Pronto Soccorso lo snodo centrale per la rilevazione di episodi di violenza sulle donne uniformando in modo omogeneo gli iter presenti nei diversi presidi ospedalieri di sua pertinenza. Il percorso codificato prevede visita medica, consulenze specifiche, segnalazione ai servizi sociali, eventuale consulenza medico-legale e denuncia al posto di polizia, valutazione del rischio alla dimissione.

Nel 2019 i Pronto Soccorso dei poli ospedalieri di Padova (Sant’Antonio, dal 1 gennaio 2020 passato all’Azienda ospedaliera), Cittadella, Camposampiero, Piove di Sacco, Schiavonia, il Punto di primo intervento di Montagnana e il PS del Policlinico di Abano Terme hanno registrato 490 accessi di donne vittime di abuso, con diagnosi di aggressione. "Dal 2019 è attiva la nuova procedura di accoglienza per le donne vittime di violenza di genere, grazie alla quale è stato possibile – osserva Maria Rachela Scampoli, psicologa e psicoterapeuta del Consultorio familiare di Monselice, componente Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Ulss 6 - migliorare e uniformare le prassi ospedaliere e territoriali. Grande attenzione è stata posta alla formazione del personale al fine di implementare la capacità di valutazione del rischio per l'incolumità della donna e la sua dimissione in sicurezza, grazie anche a un miglior coordinamento tra servizi”. Nel 2018 le donne vittime di violenza che si erano rivolte a un presidio dell’Ulss 6 erano state 380.

Ma come funziona il “codice rosa”? All’atto di accesso al Pronto soccorso l’infermiere del Triage “aggancia” la persona che ha subito abusi al sistema di urgenza/emergenza attivando il percorso per la sua presa in carico e accompagnandola fino alla dimissione e al raccordo con i servizi del territorio. Nel caso di situazioni di rischio per l’incolumità della donna, accanto alla segnalazione al Centro Antiviolenza, in attesa del reperimento di un luogo sicuro, è prevista anche la possibilità di un temporaneo ricovero ospedaliero per la signora e i suoi eventuali figli.

“Oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, vogliamo ribadire nel modo più fermo e deciso la nostra totale condanna di un fenomeno odioso, per riconoscere e contrastare il quale abbiamo da tempo messo in campo procedure specifiche. Particolare attenzione – osserva il Direttore Generale dell’Ulss 6, Domenico Scibetta - è stata posta nel tempo alla formazione del personale direttamente coinvolto nell’accoglienza della donna, all’adozione sia di protocolli d’intesa con i Centri Antiviolenza presenti sul territorio sia di strumenti informativi e di sensibilizzazione rivolti alle donne sulla presenza dei servizi territoriali di contrasto della violenza di genere. Più in generale ci tengo a ricordare l’impegno dell’Azienda, dove oltre la metà dei 7000 dipendenti è di genere femminile, contro minacce, violenze, umiliazioni in contesti di lavoro con l’effetto di violare la dignità della persona, nuocere alla salute o creare ambienti occupazionali ostili. Come più volte sottolineato riteniamo intollerabile ogni comportamento che si configuri come prepotenza o maltrattamento".

Nel cortile dell’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco è posizionata – da oggi ma non solo per oggi, piuttosto per tutto l’anno – la nuova panchina rossa che riporta la scritta “La violenza non ri-siede qui”.

 

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